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Cronaca

Motociclisti nei boschi, stangata da mille euro: già fioccano le multe

Tre motociclisti sorpresi su sentieri vietati: scattano le sanzioni. I controlli continueranno tutta l’estate nelle aree protette del Piemonte

Motociclisti nei boschi, stangata da mille euro: già fioccano le multe

Motociclisti nei boschi, stangata da mille euro: già fioccano le multe

Hanno trasformato mulattiere e sentieri in piste da motocross. Ma la corsa si è fermata quando sono spuntate le divise: tre motociclisti sono stati beccati e sanzionati dai carabinieri forestali del reparto di Volpiano, impegnati in un’operazione di controllo mirata alla tutela della viabilità rurale. La zona è una delle tante aree collinari sottoposte a vincolo ambientale, dove la circolazione con mezzi a motore è rigorosamente vietata.

I controlli sono attualmente in corso e, assicurano i militari, proseguiranno senza sosta per tutta la stagione estiva. Dopo i primi tre verbali, i pattugliamenti verranno estesi anche nel vicino Chivassese, dove sono in aumento le segnalazioni da parte dei cittadini per passaggi irregolari su strade sterrate, boschi e tracciati naturalistici.

moto

A vietare chiaramente il transito dei veicoli a motore su sentieri, strade forestali e mulattiere è la legge regionale del Piemonte n. 32 del 1982, tuttora in vigore nella sua impostazione fondamentale. La norma stabilisce che:

“Il transito di veicoli a motore su strade di uso agro-silvo-pastorale, sentieri e mulattiere è vietato, salvo autorizzazioni espresse da parte degli enti competenti”.

Le eccezioni sono limitate a mezzi agricoli, forestali, di soccorso, di vigilanza e a quelli autorizzati per attività specifiche, come ad esempio le gare sportive regolarmente approvate. Tutto il resto è sanzionabile. Le multe previste dalla normativa sono variabili, e tengono conto della gravità della violazione e dell’eventuale recidiva. In altre parole: chi insiste a violare la legge rischia di vedere moltiplicato l’importo da pagare.

Ma non si tratta solo di una questione burocratica. L’obiettivo della legge è tutelare ambienti fragili, evitare fenomeni di erosione del suolo, disturbo alla fauna e danneggiamento alla vegetazione. Non meno importante è il tema dell’inquinamento: quello acustico, che compromette la tranquillità dei boschi, e quello chimico, legato ai gas di scarico che intaccano l’equilibrio ecologico delle aree protette.

“Scegliere tracciati non autorizzati per il fuoristrada significa non solo rischiare sanzioni, ma anche contribuire alla distruzione di un patrimonio naturale che appartiene a tutti” spiegano dal Comando Forestale. In Piemonte, aggiungono, esistono itinerari appositamente tracciati e regolarmente approvati per gli amanti dell’enduro e del motocross: usarli è legittimo. Tutto il resto è un abuso.

I carabinieri ribadiscono che la vigilanza sarà costante e diffusa. L’estate è la stagione in cui i boschi si affollano di escursionisti, ciclisti e famiglie in cerca di refrigerio. Ed è proprio in questi mesi che le pressioni ambientali aumentano, rendendo più urgente il rispetto delle regole. La linea è chiara: tolleranza zero per chi scambia la natura per un autodromo.

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COSA SI RISCHIA

1. Sanzione amministrativa pecuniaria

La violazione è punita con una multa da 154 a 927 euro, come previsto dall’art. 9 della legge regionale. L’importo può aumentare in caso di recidiva, cioè se il trasgressore è già stato sanzionato in passato per lo stesso tipo di infrazione.

2. Sequestro del mezzo

In caso di infrazioni gravi o reiterate, le autorità possono procedere anche al sequestro del mezzo, soprattutto se si è in presenza di danni ambientali evidenti (erosione, danneggiamento di habitat, passaggi ripetuti su aree vietate).

3. Responsabilità per danni ambientali

Se il transito ha provocato danni a proprietà pubbliche o al patrimonio naturalistico, il trasgressore può essere chiamato a risarcire i danni. In alcuni casi, possono essere avviate anche azioni penali se si configurano reati ambientali ai sensi del codice penale o del Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006).


Perché il divieto è così severo?

Perché l’utilizzo di moto o quad in aree boschive compromette:

  • la stabilità del terreno e causa erosione dei versanti;

  • il disturbo della fauna selvatica, soprattutto in periodo riproduttivo;

  • la distruzione di vegetazione spontanea e sentieri storici;

  • l’aumento del rischio incendi, per via di scarichi caldi a contatto con erba secca.


Esistono alternative legali

Chi vuole praticare motocross o enduro in modo regolare può farlo in percorsi autorizzati, spesso realizzati in collaborazione con i Comuni o le associazioni sportive. L'elenco è disponibile presso i Comuni e gli uffici della Regione Piemonte, oppure contattando il Corpo Forestale.

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