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Cronaca
20 Giugno 2025 - 22:00
Ambulanza
Quando i soccorsi sono arrivati – Vigili del Fuoco di Ivrea e Rivarolo, supportati dall’Autoscala di Torino Centrale, dai Carabinieri e dai sanitari della Croce Bianca del Canavese – era già troppo tardi. Il corpo senza vita di M.M., 52 anni, giaceva nell’abitazione, dove presumibilmente era morto da almeno ventiquattro ore. A lanciare l’allarme era stata una delle sorelle, preoccupata per il silenzio prolungato e l’assenza di risposte alle sue chiamate. Ha composto il 112, aggrappandosi forse ancora alla speranza che fosse tutto un malinteso. Ma quella porta chiusa nascondeva già un epilogo irreversibile.
L’intervento è scattato poco prima delle 20 di venerdì 20 giugno. I soccorritori hanno forzato l’ingresso e confermato subito l’amara realtà. L’uomo era già morto, da almeno un giorno. Nessun segno di violenza, nessuna traccia sospetta. L’ipotesi più probabile – su cui si stanno ora concentrando gli accertamenti – è quella delle cause naturali. Nessuna autopsia disposta, almeno per ora, in attesa di eventuali disposizioni dell’autorità giudiziaria.
M.M. viveva a San Giusto Canavese, dove era conosciuto da tanti e soprattutto profondamente amato dalle due sorelle e da una madre che lo adorava più della sua stessa vita. Non aveva fratelli, ma aveva una rete di affetti sincera e costante. Come racconta una delle sorelle: “Mio fratello non ha mai conosciuto l’indifferenza ed ha passato la sua breve vita circondato da tantissimi amici e parenti che, appena hanno saputo, sono accorsi la sera stessa. Era un uomo buono, generoso. Non meritava una fine così.”
Il dolore ha attraversato il paese come una scossa, improvvisa e lacerante. In tanti si sono stretti attorno alla madre e alle sorelle, attoniti davanti a una notizia che sembrava impossibile. Qualcuno si è fermato sul marciapiede, davanti alla palazzina di via XXV Luglio, in silenzio. Perché è sempre così: si pensa che tutto scorra tranquillo, che ogni giorno sia uguale al precedente, finché la cronaca non irrompe con la forza di uno schiaffo.
In quella casa, piena di ricordi e di vita vissuta, la morte è arrivata all’improvviso, lasciando dietro sé dolore e sgomento. Nessuno avrebbe mai immaginato un epilogo tanto crudele. Il paese intero si è stretto in un abbraccio collettivo attorno a una famiglia unita, che non ha mai smesso di esserci.
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