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Cronaca
11 Giugno 2025 - 09:31
Ivrea, vandali idioti sfasciano la casetta del timbro per i pellegrini
Succede ancora. Succede a Ivrea. E succede in pieno centro, sotto gli occhi di tutti. Sono le 21.15 e un gruppo di ragazzini — seduti sulla panchina davanti all’Info Point della Via Francigena, uno a dorso nudo, gli altri agitati e sbruffoni — si prende la scena. Prima ridono, si muovono, si fanno notare. Poi si accaniscono contro la piccola casetta in legno che custodisce uno degli oggetti più simbolici del cammino: il timbro per i pellegrini.
Non è un dettaglio. Il timbro serve a certificare il passaggio lungo la Via Francigena, viene apposto sulle credenziali personali del viandante e rappresenta una sorta di passaporto del cammino. Chi percorre a piedi o in bicicletta il tracciato storico da Canterbury a Roma — e oltre fino a Santa Maria di Leuca — lo raccoglie tappa dopo tappa, giorno dopo giorno. È segno di autenticità, di memoria, di fatica vissuta. Di rispetto, soprattutto.
Danneggiarlo è un atto di inciviltà che va oltre il vandalismo spicciolo: è calpestare un simbolo. È dichiarare guerra a ciò che funziona, a chi costruisce.
A Ivrea, quel timbro è custodito e gestito dai volontari dell’Associazione “La Via Francigena di Sigerico – ODV”, attiva dal 2007, nata da una costola della Pro Loco e poi cresciuta in autonomia. L’associazione non si limita ad aprire un punto informativo per i pellegrini: organizza eventi, cura la segnaletica del percorso, promuove la cultura del cammino, accoglie, ascolta, aiuta. Fa tutto quello che le istituzioni dovrebbero fare, ma non fanno.
E invece di essere sostenuta, viene bersagliata. Presa di mira da ragazzini che si muovono con la spavalderia di chi sa che resterà impunito. “La situazione sta sfuggendo di mano”, scrivono i volontari in un post intriso di amarezza. “I soliti idioti sono tornati all’opera. Dopo aver istoriato la panchina se la son presa con la casetta del timbro… tutto questo alle 21.15, con gente che passava lì davanti”.
Già, perché la cosa più inquietante è proprio questa: la rassegnazione generale. Nessuno interviene. Nessuno dice niente. Il silenzio come complice. E mentre questi piccoli bulli con velleità da TikTok continuano a devastare ciò che non capiscono, Ivrea perde pezzi di civiltà.
Il risultato? Una casetta rotta, un timbro da sostituire, e un pugno di volontari che dovranno rimettere in ordine, per l’ennesima volta, ciò che altri distruggono per noia. E senza mai ricevere una scusa, una mano, una protezione.
Intanto i pellegrini continueranno ad arrivare. Con la loro credenziale in mano. In cerca di quel timbro. In cerca di bellezza. In cerca di rispetto. E Ivrea, almeno per ora, offre panchine vandalizzate, casette sfasciate e adolescenti in libera uscita.
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