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Cronaca
21 Maggio 2025 - 01:18
foto archivio
Aveva trasformato il suo pitbull in un’arma da combattimento. Lo aveva aizzato contro un coetaneo nel corso di una violenta rissa in corso Taranto, a Torino, ferendolo al volto e alle braccia. Ora, per quel gesto brutale, un ragazzo di 20 anni, di origine egiziana, è finito in carcere. Dovrà rispondere di lesioni personali aggravate, deformazione permanente del viso e persino resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
La vicenda risale al 5 maggio scorso. Erano circa le 20 quando un minorenne – da poco divenuto maggiorenne – è stato aggredito da un gruppo di giovani, pare tutti di origine nordafricana. Una lite degenerata in una scena di autentica follia urbana: uno dei ragazzi teneva al guinzaglio un pitbull e, senza esitare, lo avrebbe incitato ad attaccare. L’animale ha colpito il giovane al volto e agli arti, lasciando ferite profonde poi curate all’ospedale San Giovanni Bosco. Solo l’intervento di alcuni adulti, probabilmente genitori dei ragazzi presenti, ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.
Da quel momento sono partite le indagini della polizia del commissariato Barriera di Milano, che ha passato al setaccio le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. Le prove raccolte non hanno lasciato dubbi sull’identità dell’aggressore: il ventenne padrone del cane, già noto alle forze dell’ordine, è stato riconosciuto e segnalato alla magistratura.
L’arresto è scattato martedì scorso, quando una pattuglia lo ha intercettato in via Saluzzo. Ma anche stavolta il giovane non si è fermato. Portava a spasso un altro molosso e, alla vista degli agenti, avrebbe nuovamente incitato il cane contro di loro prima di darsi alla fuga tra i vicoli di San Salvario. La scena si è trasformata in un inseguimento surreale: la pattuglia alle calcagna, il ragazzo che corre, il cane che ringhia.
La corsa è terminata in largo Marconi, dove il 20enne ha cercato ancora una volta di usare il cane come scudo, spingendolo ad attaccare i poliziotti. Un carabiniere fuori servizio, intervenuto per aiutare, è stato morso prima che il giovane venisse finalmente bloccato, qualche isolato più in là, in largo Saluzzo. A fermarlo sono stati gli agenti dei commissariati Barriera di Milano e Barriera Nizza.
Ora si trova in carcere, dopo che la Procura ha ottenuto la convalida dell’arresto e il giudice ha disposto la custodia cautelare. A difenderlo c’è l’avvocata Stefania Giordano, ma il ventenne continua a negare ogni responsabilità. Le immagini, però, raccontano un’altra storia. Una storia di violenza che, per fortuna, non si è trasformata in tragedia.
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