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Cronaca
01 Maggio 2025 - 09:32
Santena, la casa che non esiste: truffati in decine con caparre e contratti falsi
Una casa, decine di speranze, centinaia di sogni spezzati. E una donna, al centro di un presunto raggiro immobiliare che, a Santena, sta facendo esplodere una rabbia collettiva. Rabbia che oggi prende forma in denunce, sfoghi sui social, un gruppo WhatsApp che raccoglie chi si è visto strappare soldi, dignità e, in qualche caso, la possibilità stessa di avere un tetto sopra la testa.
Il copione, se non fosse tragicamente vero, sembrerebbe scritto per una fiction. Una signora che si presenta come legittima proprietaria di un alloggio in via Gozzano 8. Mostra sicurezza, parla con padronanza, convince. Riesce perfino a entrare nell’appartamento, a tinteggiarlo, a cambiare le serrature. Il padrone di casa, ignaro, acconsente: dopotutto, aveva ricevuto una proposta, anche una prima caparra. Peccato che dietro quel bianco steso sui muri si nascondesse una truffa a più livelli.
Per settimane, forse mesi, la donna avrebbe proposto lo stesso appartamento a una lunga serie di aspiranti inquilini, ognuno dei quali le ha consegnato tra i 1.500 e i 2.000 euro in contanti come caparra. In cambio, ricevute, contratti di affitto firmati, promesse di consegna delle chiavi. E poi? Il silenzio. La scomparsa. Il vuoto.
«Mi sento un topo in trappola», scrive una delle vittime in un post su Facebook, tra le decine che in questi giorni stanno invadendo la rete. C’è chi racconta di essere rimasto con due bambini piccoli «per strada», chi confessa di avere investito quei soldi per trasferirsi a Santena e lavorare in una scuola. Un sogno costruito con fatica, e polverizzato in pochi giorni. Alcuni sfoghi sono drammatici: «Ho pensato anche di farla finita», ammette una delle persone raggirate, sotto gli occhi impotenti di una comunità che ora si risveglia, furiosa.
La trappola – così la definiscono loro – ha funzionato proprio perché ben studiata: la donna si sarebbe presentata con tanto di documentazione, avrebbe sfruttato il vuoto lasciato dal proprietario originale dell’appartamento, ottenuto con l’inganno l’accesso, e dato il via alla catena. Una catena che ora le vittime stanno cercando di spezzare, unendo le forze. Sono riusciti a contattare il legittimo proprietario, a raccontargli quanto accaduto, a rientrare – questa volta legalmente – nell’appartamento.
E hanno lanciato un messaggio forte e chiaro: «Basta venire in via Gozzano: la casa ora è abitata da chi ha diritto di starci. Chi ha versato soldi deve denunciare». L’avviso è stato condiviso su Facebook, mentre si lavora a far emergere ogni dettaglio della vicenda. Nel frattempo, il gruppo WhatsApp cresce. Ogni nuovo ingresso è una storia di fiducia tradita, di risparmi andati in fumo, di promesse non mantenute.
Le forze dell’ordine – assicurano le vittime – sarebbero state già informate. Ora si attende che la giustizia faccia il suo corso. Intanto, in una cittadina come Santena, dove il passaparola vale ancora più delle notizie ufficiali, il caso è ormai sulla bocca di tutti. E non è escluso che altri casi simili emergano. Perché quando una truffa funziona, purtroppo, tende a replicarsi. Ma questa volta, promettono le vittime, non si faranno trovare impreparate.
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