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Cronaca
11 Aprile 2025 - 01:48
Elicottero precipita nell’Hudson: muore intera famiglia spagnola in volo turistico a New York
Un pomeriggio qualunque a New York si è trasformato in un dramma di proporzioni devastanti. Giovedì 10 aprile, intorno alle 15:15, un elicottero turistico Bell 206, operato dalla compagnia New York Helicopter, è precipitato nelle acque del fiume Hudson, nei pressi del Pier 40, lungo la West Side Highway, a poca distanza da Spring Street e dall’ingresso dell’Holland Tunnel.
A bordo c’erano sei persone: una famiglia di turisti spagnoli, due adulti e tre bambini, tutti deceduti, insieme al pilota, un ragazzo di 21 anni, anch’egli senza scampo. La famiglia, secondo fonti giornalistiche spagnole, proveniva dalla Catalogna ed era appena arrivata nella Grande Mela per una vacanza. Si trovavano su un volo panoramico sopra Manhattan, il classico tour fotografico tanto amato dai turisti, per ammirare dall’alto la Statua della Libertà, il fiume, i grattacieli. Poi, il disastro.
L’elicottero si spezza in volo
Secondo diverse testimonianze oculari, l’elicottero avrebbe perso in volo le pale del rotore principale. “Ho sentito un rumore assurdo e ho visto l’elicottero spezzarsi a metà prima di cadere nell’acqua”, ha raccontato un testimone ai media americani. Le immagini delle telecamere di sicurezza e dei telefonini dei passanti mostrano la drammatica sequenza: il velivolo che vira improvvisamente e cade in picchiata nel fiume, scomparendo tra schizzi e urla.
L’elicottero aveva decollato alle 14:59 dal Downtown Manhattan Heliport per un volo di circa mezz’ora. Dopo aver sorvolato la Statua della Libertà, si è diretto verso nord lungo l’Hudson fino all’altezza del George Washington Bridge, dove ha invertito la rotta. Ma al rientro verso il sud di Manhattan, qualcosa è andato terribilmente storto.
Soccorsi tempestivi ma inutili
Immediato l’intervento dei soccorsi: sul posto sono arrivati in pochi minuti i vigili del fuoco di New York, agenti della NYPD, i servizi medici di emergenza e la Guardia Costiera. Le squadre subacquee del FDNY si sono immerse nelle acque del fiume e hanno recuperato i sei corpi. Quattro passeggeri sono stati dichiarati morti sul posto. Gli altri due sono stati trasportati d’urgenza in ospedale, ma ogni tentativo di rianimazione è risultato vano.
La zona è stata transennata, il traffico nautico sospeso, l’area a ridosso del Pier 40 completamente isolata per consentire le operazioni di recupero del relitto, ora affidate alle squadre specializzate del NTSB, il National Transportation Safety Board, che ha assunto la guida delle indagini.
Dolore che attraversa l’oceano
La notizia ha rapidamente oltrepassato i confini americani. Le autorità spagnole sono state immediatamente allertate. Il Consolato Generale di Spagna a New York sta seguendo da vicino il caso e fornendo supporto alle famiglie delle vittime. In patria, la notizia ha scosso profondamente la comunità catalana e l’intero Paese. La stampa iberica ha dedicato ampio spazio al dramma, parlando di “tragedia inspiegabile”.
Un’indagine difficile
Le cause dello schianto restano da chiarire. I tecnici del NTSB stanno già esaminando il relitto, i registri di volo, la manutenzione dell’elicottero e la formazione del giovane pilota. Nulla è ancora escluso: guasto meccanico, errore umano, o una combinazione dei due. Ma una cosa è certa: qualcosa, in quel volo, è andato terribilmente storto. E la domanda che ora tutti si pongono è come sia possibile che un semplice volo turistico, venduto come esperienza da sogno, si sia trasformato in una trappola mortale.
Nel frattempo, New York si ferma ancora una volta a piangere vittime innocenti cadute dal cielo. I fiori lasciati sul lungofiume da residenti e passanti parlano più di mille parole: dolore, incredulità, rabbia.
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