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Cronaca

Patenti comprate, revisioni finte: arrestati due titolari di autoscuole e un procacciatore

Torino, altri tre ai domiciliari nell’inchiesta “True or False”. Esami truccati, soldi in cambio di promozioni, certificati falsi: un sistema marcio che metteva in strada guidatori improvvisati

Patenti comprate, revisioni finte: arrestati due titolari di autoscuole e un procacciatore

Arresti

Nuova ondata di arresti nell’ambito dell’inchiesta “True or False”, condotta dalla Guardia di Finanza di Torino e coordinata dalla Procura della Repubblica, che ha scoperchiato un sistema di corruzione e falsi a orologeria, capace di produrre in serie patenti taroccate e revisioni-fantoccio. Dopo i 35 indagati finiti nel mirino tra ottobre e novembre 2024, nelle scorse ore sono state emesse altre tre misure cautelari.

A finire agli arresti domiciliari sono stati due titolari di autoscuole e un procacciatore di esaminandi, figura chiave che si occupava di reclutare clienti “bisognosi” di una scorciatoia per ottenere la patente o superare la revisione. Un servizio su misura, in grado di trasformare perfetti analfabeti del codice della strada in automobilisti abilitati a circolare, col benestare di un sistema pubblico marcio.

patente

Le indagini erano partite da una segnalazione su un funzionario della Motorizzazione Civile di Torino, notato mentre si assentava frequentemente dal lavoro senza giustificazioni. Da lì, è emerso un quadro inquietante: l’uomo, in cambio di denaro, truccava gli esami teorici, falsificava certificati di revisione e accedeva abusivamente ai sistemi informaticiper alterare esiti e inserire dati falsi.

I primi arresti, a ottobre 2024, avevano portato al sequestro di nove patenti “fantasma” e all’esecuzione di quattro misure cautelari, oltre al blocco di somme ritenute provento illecito. Ma non era che l’inizio.

Grazie all’analisi di dispositivi sequestrati e ai nuovi interrogatori, gli investigatori hanno scoperto che il meccanismo era ancora più sofisticato. Alcuni candidati venivano dotati di micro-auricolari nascosti negli indumenti, con piccole telecamere installate nei bottoni delle camicie: l’esame veniva così trasmesso in diretta a un “suggeritore” piazzato in un furgone parcheggiato nei dintorni, che dettava in tempo reale le risposte corrette.

Un copione degno di una spy-story, ma applicato al mondo della patente B. Secondo gli inquirenti, il giro era attivo da tempo e avrebbe consentito a decine, forse centinaia, di automobilisti non idonei di ottenere la licenza di guida, con gravi ripercussioni sulla sicurezza stradale.

L’inchiesta è ancora aperta: la Procura non esclude nuovi sviluppi e altri arresti. Quel che è certo è che dietro ogni volante c’è il rischio che non ci sia solo un incosciente, ma anche un prodotto di un sistema truccato che, per qualche centinaio di euro, trasforma l’illegalità in normalità.

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