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Cronaca

Aggredito per aver cantato Bella ciao, oggi omaggiato al Sacrario della Benedicta

Durante le celebrazioni dell'eccidio del 1944, l'inno partigiano dedicato al fotografo aggredito: "Noi siamo quelli della Benedicta"

Roberto Giordanelli

Roberto Giordanelli

Era seduto in un bar del centro di Alessandria, nel tardo pomeriggio del 27 marzo. Intorno a lui, alcune voci infantili intonavano Bella ciao. Istintivamente, Roberto Giordanelli, fotografo noto in città, ha canticchiato insieme a loro. Un gesto semplice, che gli è costato un’aggressione violenta.

“Appena mi sono voltato – ricostruisce Giordanelli in una nota – mi sono sentito afferrare e sono stato colpito da una testata all'occhio sinistro. La stessa persona è stata trattenuta dai presenti, ma ha continuato a insultarmi e a minacciarmi, nel caso avessi chiamato la polizia. Mi diceva: ‘Io sono fascista e tu sei un comunista di merda’”. Prima ancora, il primo colpo: un pugno alla nuca, arrivato a tradimento.

Il fotografo, colpito e sotto choc, si è allontanato per sporgere denuncia presso i carabinieri. I medici gli hanno diagnosticato dieci giorni di prognosi per le contusioni riportate, soprattutto all’occhio sinistro. A colpire è anche la modalità dell’aggressione, compiuta alle spalle, su una persona con difficoltà fisiche, come hanno raccontato alcuni testimoni. “Una vigliaccheria tipicamente ideologica”, l’ha definita il sindaco Giorgio Abonante. “Il fatto che a scatenare l’aggressione sia stato il canto di Bella ciao completa la gravità del quadro”, ha aggiunto.

Anche il deputato Federico Fornaro ha espresso la sua solidarietà: “L’auspicio è che le indagini possano portare rapidamente all’individuazione del responsabile di questo comportamento di chiaro stampo fascista”.

Ora, sei giorni dopo, arriva una risposta collettiva potente e simbolica. Durante le celebrazioni per l’81° anniversario dell’eccidio dell’aprile 1944 al Sacrario della Benedicta, a Bosio, l’inno partigiano “Dalle belle città” è stato dedicato proprio a Roberto Giordanelli. Il brano, scritto da un partigiano che combatté nella zona del Monte Tobbio, è stato eseguito dalla banda musicale Risorgimento di Sampierdarena.

“Oggi l’abbiamo intonata tutti – ha detto Domenico Ravetti, vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione – perché ‘Noi siamo quelli della Benedicta’, come ha detto la scrittrice Raffaella Romagnolo nell’orazione ufficiale. E oggi ci siamo ritrovati in tantissimi per rendere omaggio ai 150 partigiani uccisi dai fascisti e dai nazisti”.

Nonostante inizialmente non volesse presenziare a causa dei postumi dell’aggressione, Giordanelli ha poi raggiunto la località in Alta Val Lemme, accettando quell’abbraccio collettivo che sa di resistenza, memoria e civiltà.

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