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Cronaca
04 Aprile 2025 - 16:41
Pomeriggio di tensione in via Roma, una delle vie più centrali e frequentate della città, dove si è verificato un violento litigio tra tre persone adulte, tutte già note ai servizi sociali. In un primo momento, sui social e tra i passanti, si era diffusa la voce di una presunta aggressione ai danni di una ragazza. Una notizia subito smentita dal Comune che, in una nota ufficiale, ha ricostruito quanto accaduto.
“Due persone – si legge in un comunicato dell'amministrazione comunale – hanno lanciato una bottiglia contro un terzo soggetto, anche lui seguito dai servizi sociali. Da lì è nata una colluttazione che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e dei soccorritori”.
Sul posto sono intervenute tre pattuglie dei carabinieri e un’ambulanza del 118. Uno dei soggetti coinvolti è stato trasportato in ospedale in stato di agitazione, ma le sue condizioni non sarebbero gravi. Le generalità dei protagonisti dell’episodio non sono state rese note.
Il Comune confermato che “tutti e tre sono stati denunciati per rissa” e aggiunge che è stata richiesta l’applicazione della misura del Daspo urbano. Contestualmente, sono state attivate le telecamere di videosorveglianza della zona per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti.
Se è solo percezione, è una percezione che grida, lancia bottiglie e chiama i carabinieri
La percezione, a Settimo Torinese, ha un volto sempre più concreto. Grida, si agita, lancia oggetti e finisce in ospedale. E soprattutto accade in pieno giorno, tra i negozi, sotto il Municipio. Esattamente dove, a detta dell’Amministrazione, non dovrebbe succedere nulla. Perché – lo ha detto la sindaca Elena Piastra in Consiglio comunale – il vero problema è la percezione. Già, quella percezione che oggi ha avuto bisogno di un’ambulanza e tre pattuglie dei carabinieri per essere tenuta a bada.
A pochi minuti dall’episodio, mentre tra i cittadini correva la voce di una giovane aggredita, il Comune è intervenuto per correggere il tiro: “Non una ragazza, ma tre adulti. Non un’aggressione, ma una rissa tra persone in carico ai servizi sociali”. Tutto vero. Ma il risultato non cambia: chi si trovava lì ha assistito a una scena di violenza urbana che ha trasformato il “salotto buono” della città in un teatro di degrado.
Forse sarebbe il caso di smettere di trattare i cittadini come allarmisti o suggestionabili. Perché quando la “percezione” prende la forma di bottiglie che volano e urla che costringono a chiamare il 112, il problema non è nella testa di chi guarda. È in quello che succede davvero.
E allora, delle due l’una: o il centro di Settimo è davvero diventato un luogo problematico – anche solo in certi orari, anche solo per certe presenze – oppure il concetto di sicurezza pubblica va rivisto. Perché minimizzare non serve a rassicurare, ma solo ad allargare la distanza tra chi amministra e chi vive la città. E la distanza, come la percezione, può diventare un problema molto reale.
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