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SETTIMO TORINESE

Addio a Gian Pietro Mosca, il killer dei pesci siluro

Amava scrivere poesie, ma era tenace nelle sue battaglie sociali. Aveva 85 anni

Addio a Gian Pietro Mosca, il killer dei pesci siluro

Gian Pietro Mosca

Gian Pietro Mosca, il “killer dei pesci siluro”, ci ha lasciato. Aveva 85 anni. Nella vita ha sempre fatto il costruttore edile, ma sull’epigrafe la sua famiglia ha voluto aggiungere anche la definizione di “Poeta dell’amore”. Perché sì, a parte la sua passione per la pesca, a Gian Pietro piaceva scrivere poesie tanto che aveva persino composto e presentato al campo “Levi” l’inno del Settimo Calcio, un’altra sua grande passione.

Era molto affezionato all’informazione locale: aveva compreso fin dai primi anni Novanta che era uno strumento al servizio del cittadino, un modo concreto per far sentire la propria voce a chi, invece, è abituato a sentirsi applaudire anche quando non lo merita. Portava in redazione le fotografie delle sue catture, con pesci siluro di oltre 10 chili pescati nel Po. “La fase di cattura può anche durare due ore - diceva fiero - e quando riesco a farli avvicinare alla riva, scendo in acqua anch’io e li porto sulla terraferma a braccia. Ogni volta, è emozionante sconfiggere questi giganti”.

Ne parlava con estremo rispetto di questi esemplari che, in particolare dopo le piene, popolavano e dominavano le acqua del Po: “Non è vero che mangiano i cani - raccontava - si nutrono solo di pesci e anfibi perché hanno l’esofago molto piccolo, li conosco bene. Infatti entrano in competizione con lucci e storioni e fanno strage di cavedani e barbi”.
Ma non varcava la soglia della nostra redazione soltanto per vanità. Segnalava barriere architettoniche, disastri ambientali, servizi comunali inefficienti e non aveva timore di metterci la faccia. In particolare, era rimasto particolarmente colpito da un forte inquinamento del laghetto Tinivella, nel 2011.

Aveva chiesto a gran voce di avviare delle indagini per individuare e punire il responsabile che aveva ucciso centinaia di pesci. Aveva telefonato a tutti, aveva avvisato carabinieri, polizia municipale e tecnici dell’Arpa. E naturalmente, i giornalisti. Voleva far chiarezza a tutti i costi. “E’ morto tutto - diceva -. Ormai non rimane più niente. Qui c’è qualcuno che arriva di notte e scarica di tutto. Del resto è un’area piuttosto isolata. Certezze non ne ho, ma dubbi tanti. C’è puzza di solventi clorurati e acidi”. Purtroppo, non sono mai stati individuati i responsabili di quello scempio.

E’ rimasto vicino alla moglie Irene D’Errico, gravemente colpita da un ictus, finché ha avuto salute e forze per farlo. E’ rimasto vedovo nel 2022.

Gian Pietro Mosca lascia i figli Vittoria, Gianna con Giovanni, Maurizio con Angela, Maria Grazia con Tiziano, Daniele e Alessandro con Daniela, i nipoti Rosanna, Simone, Erika, Clarissa, Rossella, Oumaima, Gabriele, Chiara, Massimiliano, Nicolò, Irene, Alice e Leonardo, i pronipoti Nicole, Claudio, Luna e Gregorio.
I funerali saranno celebrati giovedì 13 febbraio alle ore 14,45 presso la San Giuseppe Artigiano di corso Agnelli. Rosario mercoledì 12 febbraio, alle 19, nella stessa chiesa.

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