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Cronaca
05 Gennaio 2025 - 00:18
Un furto finito male, e non per il proprietario del cellulare, ma per il giovane che ha cercato di estorcere denaro per restituirlo. Protagonista della vicenda è un 26enne di origini pakistane, denunciato a piede libero per ricettazione, dopo essere caduto in una trappola tesa nientemeno che dal comandante della polizia locale di Trecate, Pier Zanatto.
Tutto ha avuto inizio nella notte fra giovedì e venerdì, a Novara, quando ignoti si sono introdotti nei locali di una palestra amministrata proprio da Zanatto. Tra gli oggetti sottratti, anche un iPhone. "Al mattino, quando abbiamo scoperto il furto - racconta il comandante - ho utilizzato il servizio di ricerca per localizzare il telefono, che era ancora acceso, e ho deciso di chiamare".
Alla chiamata ha risposto una voce che, senza troppe cerimonie, ha chiesto 150 euro per restituire il dispositivo, proponendo un incontro. A questo punto, Zanatto ha deciso di agire con astuzia. "Sono andato all'appuntamento in borghese - prosegue - e nel frattempo ho avvertito i colleghi della polizia locale di Novara. Insieme abbiamo organizzato una trappola".
All'incontro, il 26enne si è trovato circondato dagli agenti e il piano è andato in fumo. "È stato sfortunato", ha commentato con ironia Zanatto. Il giovane, una volta fermato, ha dichiarato di aver acquistato il telefono da sconosciuti, cercando di sviare le accuse. Tuttavia, questo non gli ha evitato la denuncia per ricettazione.
Il caso, oltre a evidenziare la prontezza del comandante Zanatto, rappresenta un esempio di come tentare di monetizzare su un furto possa avere conseguenze impreviste, soprattutto quando si finisce per incrociare la strada con le persone sbagliate – o meglio, le più preparate.
Insomma, la tentata estorsione si è trasformata in un clamoroso boomerang per il giovane che, oltre al telefono, si è trovato in mano anche una denuncia.
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