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31 Dicembre 2024 - 11:07
Il Canavese è sotto assedio. La siccità che perdura da settimane, con l'assenza di precipitazioni significative, ha trasformato i boschi in un terreno fertile per incendi devastanti. Negli ultimi giorni, i vigili del fuoco e i volontari dell'Aib (Antincendio Boschivo) sono stati chiamati a intervenire più volte per fronteggiare emergenze che, con un clima più umido, si sarebbero potute evitare.
Lunedì 30 dicembre 2024, due roghi significativi hanno richiesto un massiccio intervento in due località del Canavese, mettendo in evidenza quanto sia fragile l'equilibrio naturale di questa regione. Nel pomeriggio, gli Aib sono stati chiamati a Levone, dove un incendio boschivo si è propagato rapidamente, alimentato dal vento e dalla vegetazione secca. Solo grazie al lavoro instancabile dei volontari di Rocca Canavese, Prascorsano e Forno l'incendio è stato circoscritto dopo ore di sforzi.
La situazione si è fatta ancora più critica in serata, a Traversella, dove le fiamme si sono pericolosamente avvicinate alle abitazioni. L'intervento combinato dei vigili del fuoco e degli Aib locali ha evitato una tragedia, bloccando il fronte dell’incendio prima che potesse causare danni irreparabili alle proprietà e mettere a rischio la vita degli abitanti.
L'incendio di Levone ha suscitato un'ondata di indignazione. Max Gagnor, sindaco del paese, ha espresso la sua rabbia e frustrazione sui social, puntando il dito contro l’incoscienza di alcuni individui che, con comportamenti sconsiderati, contribuiscono ad aggravare una situazione già critica. “Siccome i dementi non vanno mai in ferie, oggi a Levone abbiamo perso un altro pezzo di bosco che solo grazie all'immediato e puntuale intervento degli Aib è stato circoscritto in alcune ore", ha scritto Gagnor in un post che ha raccolto numerosi commenti di solidarietà e di preoccupazione per il futuro dei boschi del Canavese.
Nonostante il periodo festivo, che di norma vede una diminuzione delle attività volontarie, gli Aib hanno risposto prontamente all’appello. "Voglio esprimere a nome dei Levonesi la mia riconoscenza a tutti i volontari che immediatamente si sono messi a disposizione - ha aggiunto il sindaco - Grazie".
Questi episodi mettono in evidenza quanto il Canavese sia esposto al rischio incendi, una vulnerabilità amplificata dal cambiamento climatico e dall'assenza di una gestione forestale adeguata. I boschi, che un tempo rappresentavano una risorsa di inestimabile valore per la comunità, si stanno trasformando in potenziali detonatori, pronti a esplodere al primo innesco.
La situazione è aggravata anche dall’utilizzo irresponsabile di petardi e fuochi d’artificio, che durante il periodo festivo rappresentano un rischio ulteriore. Nonostante gli appelli delle autorità, molti continuano a ignorare i divieti, mettendo a repentaglio non solo l'ambiente, ma anche la sicurezza delle comunità locali.
Gli incendi di Levone e Traversella hanno anche messo in luce l'eroico impegno dei volontari dell'Aib e dei vigili del fuoco, che in queste situazioni agiscono come una vera e propria forza di protezione civile. A Rocca Canavese, Prascorsano, Forno e Traversella, uomini e donne si sono mobilitati senza esitazioni, sacrificando il proprio tempo libero e affrontando pericoli concreti per contenere le fiamme.
Questa rete di solidarietà rappresenta un baluardo fondamentale contro la minaccia degli incendi boschivi. Tuttavia, come sottolineato dagli stessi operatori, l’intervento tempestivo non basta: servono campagne di sensibilizzazione più incisive, sanzioni severe per chi provoca incendi e un maggiore investimento nella prevenzione.
Le autorità locali lanciano un appello alla prudenza, ricordando alla popolazione che ogni piccolo gesto può fare la differenza in una situazione di estrema vulnerabilità. Dall’evitare l’accensione di fuochi in prossimità dei boschi, al rinunciare all’utilizzo di fuochi d’artificio, ogni misura di buon senso può contribuire a proteggere un ecosistema già duramente provato.
Il sindaco di Levone, Max Gagnor
Gli incendi di questi giorni sono un tragico promemoria di quanto sia fragile l'equilibrio naturale del Canavese. La perdita di ettari di bosco non rappresenta solo un danno ecologico, ma anche un colpo al cuore per le comunità che in quei boschi trovano un legame con la propria identità e la propria storia.
In un futuro sempre più segnato dall’instabilità climatica, è necessario un cambio di rotta: la tutela dell’ambiente non può più essere relegata a una questione secondaria, ma deve diventare una priorità condivisa da istituzioni e cittadini. Perché, come dimostrano le fiamme che hanno avvolto Levone e Traversella, ogni gesto di negligenza può trasformarsi in un disastro.
LE FOTO DELL'INCENDIO DI LEVONE
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