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Cronaca

Chi è la regina del narcotraffico torinese? Il potere femminile nel traffico di droga internazionale

L'Operazione Samba smantella un'organizzazione criminale tra Italia e Brasile, coinvolgendo anche le donne dei Narcos

Chi è la regina del narcotraffico?

Chi è la regina del narcotraffico torinese? Il potere femminile nel traffico di droga internazionale

È stata definita una delle più grandi operazioni antidroga degli ultimi anni: l’Operazione Samba, un’indagine internazionale condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino in collaborazione con la Polizia Federale Brasiliana, ha portato all’arresto di 23 persone, di cui 18 in Brasile e 5 in Italia, tra Torino, il Canavese, Asti, Pavia e Reggio Calabria. Tuttavia, due figure chiave restano irreperibili: Rosalia Falletta e una delle sue figlie, moglie e figlia di Nicola Assisi, considerato il leader dell’organizzazione criminale.

Il ruolo delle donne nell’organizzazione

Dopo l’arresto di Nicola Assisi e del figlio Patrick nel 2019, il vuoto di potere lasciato nella gestione del traffico di droga e del riciclaggio di denaro è stato, secondo gli inquirenti, colmato da Rosalia Falletta e dalla figlia. Falletta non è nuova a queste accuse: già nel 2015 era stata arrestata con l’accusa di gestire i rapporti tra i membri dell’organizzazione, amministrare il patrimonio illecito della famiglia e controllare la distribuzione dei profitti.
Il suo ruolo sarebbe proseguito anche dopo l’arresto del marito e del figlio, confermando la sua centralità nella gestione operativa e logistica del gruppo. La sua cattura, insieme a quella della figlia, potrebbe fornire dettagli cruciali sul funzionamento interno di questa complessa rete criminale.

Un traffico internazionale di droga e denaro

L’indagine ha svelato una struttura organizzativa che operava a livello globale. La cocaina veniva trasportata dal porto di Paranaguá in Brasile e arrivava in Europa attraverso vari scali, tra cui Valencia, Rotterdam e Gioia Tauro. La droga veniva poi distribuita in Italia e in altri paesi europei, grazie a una rete di "narco-barche" che trasportavano i container carichi di stupefacenti.

Oltre al traffico di droga, l’organizzazione gestiva un sistema sofisticato di riciclaggio di denaro, movimentando milioni di euro attraverso conti bancari, acquisizioni immobiliari ed emissioni di fatture false. Gli investigatori stanno attualmente analizzando flussi di denaro per un totale di 6,5 milioni di dollari, cercando di individuare l’intera rete finanziaria.

Il ruolo delle donne nel narcotraffico

I "banchieri della droga"

Un aspetto distintivo dell’organizzazione è stata la presenza di membri definiti "banchieri della droga", criminali esperti nella gestione logistica e finanziaria. Tra questi, spicca il nome di Vincenzo Pasquino, un pentito che ha collaborato con gli inquirenti fornendo informazioni decisive. Pasquino, considerato un vero e proprio broker del narcotraffico, aveva accesso a ingenti somme di denaro, fondamentali per il sostentamento della rete criminale.

L’operazione ha rappresentato un esempio di sinergia internazionale tra forze dell’ordine. Oltre agli arresti, sono in corso le udienze di convalida davanti ai giudici per le indagini preliminari, che decideranno se confermare i fermi. Tra gli arrestati figurano Nicola De Carne, genero di Assisi, e altri complici tra cui Michele Agresta, Giovanni Pipicella, Enrico Sapone e Christian Sambati.

Il futuro dell’indagine

L’arresto delle figure chiave rappresenta un colpo significativo per l’organizzazione, ma la fuga di Rosalia Falletta e di sua figlia lascia ancora aperti interrogativi cruciali. Gli inquirenti sono determinati a proseguire le indagini per smantellare completamente questa rete, che per anni ha prosperato grazie a un sistema ben strutturato e ramificato.

L’Operazione Samba non è solo un esempio di successo investigativo, ma anche un monito: il narcotraffico non conosce confini e richiede una collaborazione internazionale costante per essere contrastato efficacemente.

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