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Cronaca

Ivrea, vandalismo sulla passerella della Dora: distrutta la panchina intelligente

L’innovativo arredo urbano, donato al Comune e simbolo di progresso, è stato devastato da ignoti. Indagini in corso per identificare i responsabili.

Ivrea, vandalismo sulla passerella della Dora: distrutta la panchina intelligente

Un nuovo atto di vandalismo colpisce nel cuore Ivrea. La notte scorsa, ignoti hanno distrutto la panchina intelligente installata sulla passerella pedonale che attraversa la Dora Baltea. Non un semplice arredo urbano, ma un simbolo di innovazione donato anni fa al Comune da AEG Coop, capace di offrire non solo una seduta, ma anche servizi come la ricarica per dispositivi elettronici e la connessione Wi-Fi gratuita.

Quello che avrebbe dovuto rappresentare un piccolo esempio di progresso si è trasformato in un triste monumento all’inciviltà: la seduta in legno è stata trovata divelta e scaraventata a terra, mentre i cavi elettrici penzolavano inermi, spezzati dalla furia distruttiva di chi ha deciso di sfogare la propria rabbia o noia contro il bene comune.

La vicenda suscita rabbia e frustrazione tra gli eporediesi, che già da tempo chiedono maggiori controlli in alcune zone della città, inclusa la passerella. Per molti, la mancanza di telecamere e un’illuminazione non adeguata hanno reso l’area un bersaglio facile per episodi di vandalismo.

Le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine per risalire ai responsabili. Saranno analizzate le immagini delle videocamere di sorveglianza nelle vicinanze, nella speranza che possano fornire dettagli utili per identificare gli autori di questo gesto.

Non è il primo episodio di questo tipo a colpire Ivrea. In passato, altri beni pubblici sono stati oggetto di atti vandalici, suscitando indignazione e la sensazione che la città stia perdendo il controllo sul proprio patrimonio. Intanto, il Comune dovrà affrontare i costi di riparazione o sostituzione, un ulteriore peso economico che si aggiunge a un bilancio già messo sotto pressione.

Questo episodio, oltre a rinnovare il dibattito sulla sicurezza urbana, riporta alla luce una domanda: come si può educare al rispetto dei beni pubblici in una società che sembra aver dimenticato il valore della collettività?

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