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Cronaca

Ammazzano un lupo e lo appendono all'ingresso del paese

Una carcassa appesa a un cartello pubblicitario scuote il Cuneese. Enpa denuncia: "Questo è il frutto dell’intolleranza alimentata da scelte politiche irresponsabili."

Ammazzano un lupo e lo appendono all'ingresso del paese

Una scena che gela il cuore. La carcassa di un lupo, appesa come un trofeo macabro a un cartello pubblicitario, accoglie chi entra a Frabosa Soprana, nel cuore del Cuneese. Un’immagine che urla rabbia, disperazione, e soprattutto dolore. Questo animale, simbolo della forza e della libertà della natura, è stato trasformato in uno strumento di provocazione o, peggio ancora, di odio. Non sappiamo ancora chi sia l’autore di questo gesto crudele, ma una cosa è certa: c’è un messaggio dietro, e fa male.

I carabinieri forestali stanno indagando per capire se l’animale sia stato ucciso o trovato già morto. Sul posto è intervenuto anche il servizio veterinario dell’Asl Cn1, chiamato dalle autorità comunali per accertamenti. Ma cosa importa, davvero, in questo momento? Importa che quel lupo non potrà mai più correre, non ululerà mai più, non proteggerà il delicato equilibrio della montagna che chiamiamo casa.

cartello stradale

Non è la prima volta che accade qualcosa del genere. La scorsa estate, in valle Varaita, un altro lupo era stato trovato appeso a un cartello stradale. Allora si scoprì che era stato investito, ma l’atto di esporre il suo corpo era già un gesto di disprezzo verso ciò che il lupo rappresenta. A Frabosa, oggi, questa crudeltà si ripete. E l’indignazione esplode.

L’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali, non usa mezzi termini. Parla di bracconaggio, alimentato da scelte politiche irresponsabili, come il recente declassamento del lupo deciso dalla Convenzione di Berna. “Se confermato, questo è uno degli effetti perversi di decisioni che soffiano sul fuoco dell’intolleranza”, affermano gli animalisti. E come dar loro torto? Quale messaggio invia al mondo una politica che riduce la protezione per un animale che già lotta per sopravvivere?

L’associazione lancia un appello accorato: bloccare il declassamento, fermare questa deriva prima che sia troppo tardi. “Uccidere i lupi non migliorerà la convivenza, ma peggiorerà tutto. Senza di loro, gli ecosistemi collassano. Senza di loro, siamo persi”. Parole che colpiscono come un pugno, ma che sembrano rimbalzare contro un muro di indifferenza.

Anche la politica si interroga, ma le risposte sono tiepide, lontane dal grido di dolore che arriva dalle montagne. L’assessore regionale Marco Gallo parla di “dialogo”, di “sintesi”, di “soluzioni equilibrate”. Belle parole, forse sincere, ma quanto lontane dalla realtà brutale di un lupo morto, appeso per essere umiliato. “Non possiamo ignorare che la convivenza con il lupo è difficile”, dice Gallo. Ma cosa significa questo, se non accettare, almeno in parte, che la rabbia si trasformi in violenza?

Nel frattempo, il corpo del lupo rimane lì, a raccontare una storia che non dovrebbe mai essere scritta. Racconta di una montagna ferita, di un’umanità che non sa più riconoscere il valore della vita. Racconta di una lotta che non si combatte solo con leggi e regolamenti, ma con il cuore e con la coscienza.

Chiunque abbia compiuto questo gesto non ha solo tolto la vita a un animale: ha violato il legame sacro che unisce l’uomo alla natura. Perché uccidere un lupo non è mai solo un fatto. È un atto che parla di noi, della nostra incapacità di rispettare ciò che non possiamo controllare. E finché lasceremo che accada, saremo complici di questo silenzioso, straziante grido della terra.

La cronaca

a presenza del lupo in Italia è oggetto di monitoraggio costante, e purtroppo si registrano numerosi casi di ritrovamenti di carcasse di lupi, spesso attribuibili a cause antropiche come bracconaggio, avvelenamento o incidenti stradali. Ecco alcuni episodi documentati:

  • Marzo 2024, Cascia (Umbria): Un lupo maschio giovane è stato trovato morto in una zona boscata, ucciso da un laccio metallico. Le indagini hanno portato alla denuncia di un sessantenne proprietario dei terreni limitrofi, sospettato di aver posizionato la trappola per proteggere il suo allevamento di polli e galline da predatori. Dead Wolf Tracker

  • Maggio 2023, Cocullo (Abruzzo): Sono state rinvenute le carcasse di tre lupi e quattro grifoni, probabilmente uccisi da esche avvelenate. Questo episodio si inserisce in una serie di avvelenamenti avvenuti nell'Appennino centrale, spesso legati a conflitti tra attività umane e fauna selvatica.

  • Maggio 2023, Ponga (Spagna): Due teste di lupo mozzate sono state trovate davanti al municipio, in segno di protesta contro la legge che vieta di uccidere o catturare la specie protetta. Questo episodio riflette le tensioni tra autorità locali e normative di protezione della fauna selvatica.

Per un monitoraggio aggiornato e dettagliato dei ritrovamenti di lupi morti in Italia, è possibile consultare il "Portale dei Lupi ritrovati Morti in Italia", sviluppato dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana su mandato del Ministero della Salute. Questo portale interattivo consente di visualizzare mappe aggiornate in tempo reale a livello nazionale, fornendo informazioni su luogo di ritrovamento, causa di morte e identificazione molecolare di specie.

È importante sottolineare che il lupo è una specie protetta in Italia, e la sua uccisione è perseguibile penalmente. Gli episodi di bracconaggio e avvelenamento non solo minacciano la conservazione della specie, ma alterano anche l'equilibrio degli ecosistemi. Pertanto, è fondamentale promuovere la convivenza tra attività umane e fauna selvatica attraverso misure di prevenzione e sensibilizzazione.

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