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Blocchi di Jersey in corso Vercelli. Dopo la rissa, bloccata la sosta delle auto

Il sindaco Matteo Chiantore sta valutando un'ordinanza di chiusura

Blocchi di Jersey in corso Vercelli. Dopo la rissa, bloccata la sosta delle auto

La tensione in Corso Vercelli non accenna a diminuire. Dopo l'episodio di violenza che ieri mattina ha visto protagonista la titolare del Bar Stella e uno dei gestori di Ama Frutta, l’Amministrazione comunale ha deciso di intervenire d’urgenza. Questa mattina, poco dopo l’alba, una squadra tecnica ha posizionato dei new jersey davanti al negozio di frutta.

Quel tratto di strada è diventato pericoloso,” ci dice il sindaco Matteo Chiantore, spiegando il motivo della scelta.

Non possiamo permetterci che alle cassette di frutta, già ampiamente fuori controllo, si aggiungano anche le auto in sosta...”.

I blocchi potrebbero essere solo l’inizio. Secondo indiscrezioni, è in fase di stesura un’ordinanza che prevede la chiusura temporanea di Ama Frutta per una ventina di giorni.

"Da due anni viviamo una situazione insostenibile. Non riesco nemmeno a scaricare la spesa senza essere aggredita...." ci aveva raccontato ieri la titolare del Bar Stella, con venti giorni di prognosi e un intervento chirurgico in vista.

Secondo il suo resoconto, gli aggressori avrebbero preso a calci la sua macchina, per poi strapparle i capelli e colpirla con un pugno al volto.

"E' stato un incidente -  si difende il titolare Gad Mahomouod - il mio dipendente non lo ha fatto apposta... Diciamoci le cose come stanno. Lì non ci vogliono. Il Comune ci ha rilasciato una licenza commerciale e noi questo facciamo... Non siamo una boutique...".

I motivi di questa guerra?

Le cassette di frutta, che oltre a invadere il marciapiede ostacolano l'accesso al bar e a un distributore di sigarette.

La lite di ieri non è stata un caso isolato. La titolare del bar e di Ama Frutta confermano un episodio simile avvenuto appena il giorno prima.

I carabinieri e la polizia, intervenuti sul posto insieme ai sanitari del 118, stanno ora cercando di ricostruire la dinamica dei fatti. Fondamentali saranno i filmati delle telecamere di sorveglianza, già acquisiti dagli inquirenti.

Nel frattempo, l’intervento comunale con i new jersey sembra un tentativo di riportare ordine in una situazione che da troppo tempo sfugge di mano. Ma basteranno i blocchi a calmare gli animi? La strada è lunga e la convivenza civile, al momento, appare solo un miraggio.

Al 242 di corso Vercelli

Da mesi la città si divide sul civico 242 di corso Vercelli con il dito puntato su quelle cassette di frutta e verdura accatastate una sull’altra lungo tutta una parete, in balia dei tubi di scappamento delle auto. Un’esplosione di colori. Pesche, uva bianca e nera, fichi, prugne, meloni e angurie, pomodori. A gestire il punto vendita, che ricorda e riprende i vecchi negozi di vicinato di una volta, ci sono Mustafà Marej, 29 anni e il cugino Tito Shair di 30. 

Mustafà

“Sono venuto in Italia nel 2010. In Egitto abitavo vicino a Il Cario. All’università ho studiano economia e commercio e giocavo al calcio…” ci aveva raccontato Mustafà che il nome, per facilitare la clientela, se lo è fatto anche stampare sulla maglietta. Si era girato di spalle e ce lo aveva mostra.

Un anno dopo, nel 2011, lo aveva raggiunto il cugino Tito Shairm detto “Mahmmod”, che in Italia si è sposato e dal 2023 è diventato papà. 

Aperti 24 ore su 24, di giorno e di notte, come si usa in Egitto.

“Acquistiamo la frutta e la verdura ai mercati generali e  cerchiamo di rivenderla al migliore prezzo possibile. Da questo punto di vista siamo davvero imbattibili…” ci avevano raccontato, in un italiano non proprio “tondo tondo” ma sufficiente per farsi capire. Nel mentre, in tanti andavano, venivano, compravano.

Tito Shair

“Le lamentele sui social? Non ci importa quel che dicono - ci avevano confidato - noi continuiamo a lavorare e pensiamo solo ad andare avanti. Leggere i giudizi ci serve per migliorarci. Siamo contenti e soddisfatti e sempre più persone hanno imparato a conoscerci e ad amare la nostra frutta…”.

La verità è che negozi simili stanno nascendo come funghi  in tutto il nord Italia, soprattutto nelle grandi città. E va bene che sia così.  E va bene tutto, ma i pugni in faccia e le scazzottate no... 

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