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Cronaca

Tragedia di Nole Canavese, il dramma della mamma: "Non riesco a crescerla"

Carola Finatti, 34 anni, affoga la figlia Perla: avrebbe compiuto 10 mesi tra pochi giorni. Il marito tenta invano di salvarla. I famigliari e gli amici avevano fatto cerchio intorno alla donna, che combatteva da mesi contro una grave depressione post-partum

Tragedia a Nole Canavese: la depressione post partum e il dramma di una famiglia spezzata

Carola Finatti con il marito Antonio Perrinello

tremante: «Vivere così non ha più senso» e «Questa depressione mi sta uccidendo». Poche parole che raccontano un dolore profondo, culminato in un gesto disperato che ha spezzato per sempre la vita della piccola Perla, di appena 10 mesi.

La scena che si è presentata davanti agli occhi del marito, Antonio, al suo rientro anticipato dal lavoro venerdì mattina, poco dopo le 12.30, è stata di una drammaticità inimmaginabile. La porta della loro villetta in via Grazioli era chiusa, e Antonio è stato costretto a entrare da una finestra. In bagno, ha trovato la piccola nella vasca, priva di sensi. L’ha sollevata  adagiandola su un tavolo, e ha seguito le istruzioni del 118 nel disperato tentativo di rianimarla. Ma Perla era già morta.

Nella camera da letto, Carola giaceva in stato confusionale, con i polsi, l’addome e la gola tagliati, in quello che è apparso come un tentativo di togliersi la vita. Trasportata d’urgenza alle Molinette in elicottero, è stata sottoposta a un intervento chirurgico: le ferite, per lo più superficiali, non mettono a rischio la sua vita. La sua stanza d’ospedale è ora piantonata dai carabinieri.

Gli investigatori ritengono che la donna abbia annegato la bambina nella vasca da bagno mentre le faceva il bagnetto. Aveva ingerito anche psicofarmaci e, secondo quanto emerge, combatteva da mesi contro una grave depressione post-partum.

Una sindrome che aveva iniziato a manifestarsi dopo la nascita di Perla, per cui stava seguendo una terapia psichiatrica. Tuttavia, nessuno avrebbe mai immaginato un epilogo così tragico. «Non è possibile. Stiamo insieme da 18 anni e l’abbiamo voluta tantissimo», si dispera Antonio, sorretto dai carabinieri e dai genitori.

Anche il nonno della piccola, con voce tremante, ammette: «Mia nuora soffriva di depressione, ma non c’erano segnali che facessero pensare a questo. Quando siamo arrivati, era troppo tardi».

Carola, fino a pochi mesi fa, sembrava essere una donna forte, che condivideva con Antonio la passione per i viaggi e lo sport.

La loro casa, con un bel giardino e un cane, raccontava di una famiglia che sembrava perfetta agli occhi di tutti.

Il sindaco, Francesco Bertino, commenta sconvolto: «Li conosco da sempre, persone splendide. Di fronte a tragedie così, dobbiamo chiederci se come comunità abbiamo fatto abbastanza».

Il dolore a Nole è palpabile. La piccola comunità è stretta intorno a un padre distrutto e una famiglia che non riesce a capacitarsi di quanto accaduto. Ma questa tragedia non può restare solo una notizia di cronaca.

AGGIORNAMENTO

La procura di Ivrea disporrà un'autopsia sul corpo della bimba di dieci mesi trovata morta ieri a Nole, nel Torinese. A toglierle la vita, secondo le indagini, è stata la madre 34enne che poi si è accoltellata nel tentativo di suicidarsi. I riscontri raccolti nelle ore successive al ritrovamento del corpo della piccola, nella vasca da bagno di casa, hanno confermato la prima ricostruzione dei fatti. La donna è ora ricoverata alle Molinette non in pericolo di vita. Appena possibile sarà interrogata dal pubblico ministero Elena Parato. La 34enne era seguita già da tempo da uno psicologo a causa della depressione post partum che avrebbe avuto un ruolo cruciale nel tragico episodio. Secondo quanto ricostruito in questa prima fase delle indagini, comunque, le procedure di aiuto e ascolto erano state attivate tempestivamente e i famigliari, spesso, facevano a turno per non lasciarla mai da sola.

La donna è stata trasferita in elisoccorso all'ospedale Molinette di Torino

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