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Lutto

Addio a Giovanni Matta, anima dell'antiquariato italiano

Figura iconica dell''antiquariato italiano, è scomparso all'età di 89 anni. Portò a Verolengo il jet-set degli anni Ottanta

Giovanni Matta: L'Antiquario che Ha Incantato Generazioni con la Sua Passione

Giovanni Matta, antiquario scomparso all'età di 89 anni

Giovanni Matta, una figura iconica del panorama artistico e culturale italiano, si è spento all’età di 89 anni nelle prime ore di domenica 10 novembre. La sua scomparsa segna un vuoto profondo, non solo per i suoi cari, ma anche per tutto il mondo dell’antiquariato, che perde una delle sue personalità più brillanti e carismatiche. La sua non era solo una professione, ma una vera e propria dedizione, vissuta con una passione che ha saputo contagiare chiunque lo incontrasse.

Un artista dell'antiquariato

Nato in una famiglia profondamente legata all’arte, Giovanni Matta trovò ispirazione nel nonno Giuseppe, rinomato indoratore delle chiese monumentali di Torino. Cresciuto in questo ambiente, Giovanni ha coltivato sin da bambino un amore per la bellezza e l’arte, che lo ha condotto a diventare uno dei più grandi antiquari italiani. Fondatore di realtà prestigiose come la casa d'aste Mecenate di Milano e il Capitolium di Brescia, era noto per trasformare le sue aste in veri e propri spettacoli. Con il suo linguaggio evocativo e la sua energia, dava vita agli oggetti, catturando l'attenzione di tutti i presenti.

Un salotto culturale a Verolengo

Negli anni Settanta e Ottanta, la sua casa d’arte, Mattarte, ha trasformato Verolengo in un crocevia di personaggi illustri. Cantanti, attori e calciatori, ma anche reali e intellettuali, si ritrovavano nel salotto culturale che Giovanni aveva creato con la sua visione e il suo talento. Tra i tanti ospiti illustri, si annoverano i Ricchi e Poveri, Renato Pozzetto, Paola di Liegi, Andrea Bocelli e Paolo Stoppa, oltre a calciatori del calibro di Maldini, Albertini e Giampiero Boniperti.

Giovanni non era solo un anfitrione: era un uomo capace di creare connessioni e di valorizzare ogni incontro. La sua figura, un tempo Ufficiale degli Alpini, rappresentava un faro per gli antiquari di tutta Italia, un vero Maestro che ha segnato la strada per generazioni di professionisti del settore.

Una vita dedicata all'arte e all'amore

Dietro al successo di Giovanni c’era una solida rete familiare. La moglie Natalina, arredatrice di grande talento e a sua volta Cavaliere del Lavoro, è stata per lui una compagna insostituibile. La loro unione, durata sessant’anni, era fondata su complicità, rispetto e un profondo legame con il mondo dell’arte. Insieme hanno affrontato grandi sfide e costruito una realtà che ancora oggi vive grazie al figlio Fabrizio, perito gemmologo, e alla figlia Pinuccia, che con il marito Raffaello Lucchese porta avanti l’eredità di Mattarte.

L’umiltà di un gigante

Nonostante la fama e i successi, Giovanni rimase sempre una persona umile. La sua capacità di entrare con eleganza nelle più grandi residenze, senza mai ostentare, era uno dei suoi tratti distintivi. Questo atteggiamento si rifletteva anche nel suo rapporto con Verolengo, il paese natale che ha sempre portato nel cuore e che oggi lo piange con affetto.

Un Alpino fino all'ultimo

La sua identità di Alpino è stata un’altra componente fondamentale della sua vita. Fiero di appartenere a questo corpo, partecipava attivamente alle manifestazioni, sempre al fianco di Natalina, madrina della sezione Alpini di Verolengo. Questo spirito di appartenenza e dedizione lo ha accompagnato fino alla fine.

Un’eredità che vive

Con la scomparsa di Giovanni Matta, l’Italia perde non solo un grande antiquario, ma un uomo che ha saputo intrecciare arte, cultura e umanità in un unico racconto straordinario. Rimangono i ricordi delle sue aste, i sorrisi degli ospiti che animavano Mattarte, e l’affetto della famiglia: i figli Fabrizio e Pinuccia, il genero Raffaello, e i nipoti Simone ed Eleonora. Ma soprattutto, resta un’eredità culturale e umana che continuerà a ispirare generazioni future.

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