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Torino

Un uomo armato di coltello minaccia i bambini del Rebaudengo calcio

Il quartiere ostaggio di paura e degrado.

Minacce e Degrado a Torino: L'Incubo dei Bambini del Rebaudengo

Nel cuore di Torino, precisamente nei campi dell'ASD Rebaudengo, un episodio inquietante ha scosso la tranquillità di una giornata di gioco. Un uomo, armato di coltello, ha minacciato un gruppo di bambini che giocavano a calcetto, intimando loro di consegnargli i cellulari. Un gesto che, oltre a seminare il panico tra i piccoli, ha riacceso i riflettori su una realtà che da tempo lotta contro il degrado e la criminalità.

UN QUARTIERE IN OSTAGGIO
Il Rebaudengo, situato nella zona nord di Torino, è un quartiere che, nonostante i successi sportivi della sua squadra di calcio, si trova a fare i conti con una situazione di degrado che sembra non avere fine. "Giochiamo a calcio davanti ai tossici", è il grido di allarme lanciato da Pasquale Giglio, presidente dell'associazione sportiva. La presenza di tossicodipendenti e spacciatori è una costante che mina la serenità di chi vive e lavora in questa area.

Pasquale Giglio

LA MINACCIA QUOTIDIANA
L'episodio di violenza avvenuto nei campi dell'ASD Rebaudengo non è un caso isolato. La zona è da tempo teatro di attività illecite, con pusher e tossicodipendenti che si aggirano nei pressi dell'ex piscina Sempione, un luogo che, dopo lo sgombero della fabbrica Gondrand di via Cigna, è diventato un punto di ritrovo per chi vive ai margini della legalità.

Le conseguenze di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti: atti vandalici, come quello avvenuto due notti fa ai danni di alcune auto in sosta, tra cui quella di un dirigente dell'associazione sportiva, sono ormai all'ordine del giorno.



LA RISPOSTA DELLA COMUNITÀ
Di fronte a questa escalation di violenza e degrado, la comunità del Rebaudengo non intende restare a guardare. "Abbiamo immediatamente chiamato la polizia, ma ora non ne possiamo più", ha dichiarato Giglio, esprimendo il senso di impotenza e frustrazione che pervade i residenti. La richiesta è chiara: maggiore presenza delle forze dell'ordine e interventi concreti per restituire sicurezza e dignità a un quartiere che merita di essere vissuto serenamente.

UN FUTURO INCERTO
La domanda che sorge spontanea è: quale futuro attende il Rebaudengo? La risposta non è semplice. Da un lato, c'è la determinazione di chi, come Giglio e i suoi collaboratori, continua a investire nello sport come strumento di riscatto sociale. Dall'altro, c'è la realtà di un contesto che sembra sfuggire a ogni tentativo di controllo. La speranza è che le istituzioni rispondano con azioni concrete, capaci di arginare un fenomeno che rischia di compromettere il tessuto sociale di un'intera comunità.

UN APPELLO ALLE ISTITUZIONI
In questo scenario complesso, l'appello alle istituzioni è più che mai urgente. È necessario un intervento deciso per contrastare lo spaccio di droga e il degrado che affliggono il quartiere. Solo attraverso una collaborazione tra cittadini, forze dell'ordine e amministrazioni locali sarà possibile restituire al Rebaudengo la tranquillità che merita. La storia di questi bambini, minacciati mentre giocavano a calcetto, deve essere un monito per tutti: non possiamo permettere che la paura diventi la norma.

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