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Cronaca
02 Luglio 2024 - 18:10
Continua la conta dei danni in Canavese dopo l’ondata di maltempo che nello scorso week-end si è abbattuta su tutto il territorio.
Famiglie evacuate, strade chiuse, fiumi esondati e fortissime raffiche di vento: a subire le conseguenze di un meteo impazzito sono stati residenti, pubblici amministratori e anche agricoltori, in particolar modo a seguito delle grandinate che hanno accompagnato i nubifragi del fine settimana.
A divulgare una delle foto forse più impressionanti, poco fa, è stato il meteorologo per la Rai Piemonte Andrea Vuolo, che sul suo profilo social ha pubblicato le immagini di un condominio di Forno Canavese, il cui tetto è stato letteralmente “bucato” dai chicchi di grandine.
Una delle foto postate online dal meteorologo Andrea Vuolo a Forno Canavese
“Davvero ingentissimi i danni causati dalla rovinosa grandinata che ha colpito Forno Canavese durante la supercella transitata nella serata di sabato 29 giugno” spiega l’esperto. “In queste zone si sono rilevati i “chicchi” di grandine più grandi di tutto l’evento perturbato, con diametri prossimi addirittura ai 10 centimetri. Di fatto, si tratta di uno degli eventi grandinigeni più devastanti degli ultimi decenni in Canavese, ma probabilmente anche dell’intera provincia di Torino” aggiunge Vuolo, commentando le immagini delle tegole rotte dopo i temporali.
Quello avvenuto a Forno, non è l’unico evento climatico estremo verificatosi sul territorio: negli scorsi giorni via social avevano iniziato a circolare foto da Rivarolo e dalle Valli di Lanzo di impressionanti palle di ghiaccio dal peso di oltre un etto e mezzo, risultate dall'aggregazione dei chicchi (già di per sé di grandi dimensioni) che hanno agito come palle da cannone su tettoie, mezzi agricoli, serre e tunnel di semina.
Immediata, a seguito dei temporali degli scorsi giorni, anche la denuncia di Bruno Mecca Cici, presidente della Coldiretti Torino, che aveva commentato: "Sicuramente sono episodi sempre meno eccezionali. L'annata agricola è entrata nella stagione estiva dei raccolto nel peggiore dei modi. Abbiamo il fieno marcito nei prati, fieno che sarebbe sempre più prezioso per la carenza diffusa di materie prime alimentari per gli allevamenti. Lo stesso vale per il grano e per il mais che sta entrando nelle sua fase di crescita più delicata. Pensiamo che la nuova amministrazione regionale non potrà non mettere in campo atti politici concreti per affrontare gli effetti del cambiamento climatico”.
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