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Busano
25 Giugno 2024 - 17:23
E' bastato un istante di follia per spezzare i sogni, il futuro, la vita di un giovane di neppure 26 anni che martedì mattina, 25 giugno, ha deciso di farla finita.
Un colpo di pistola sparato nel giardino della villa di casa dove viveva con la famiglia.
Andrea Faletto era un ragazzo per bene, un compagnone, uno di quei giovani benvoluti da tutti, con moltissimi amici e una fidanzata con la quale progettare il futuro. Aveva 25 anni e 26 li avrebbe compiuti tra una manciata di giorni, ad inizio luglio.
Quella della sua morte è una notizia alla quale nessuno riesce a credere. Che motivo avrebbe avuto un ragazzo serio, educato, per bene, nel fiore degli anni, per spegnere per sempre la luce? Una domanda assordante che due intere comunità, quella di Busano e quella di Rivara, continuano a porsi.
Andrea Faletto aveva 26 anni
Come se una risposta potesse lenire un dolore insanabile, incancellabile una ferita che lacera i cuori dei suoi familiari e di quanti lo conoscevano.
Ed è riavvolgendo il nastro delle ultime ore di una vita apparentemente tranquilla, serena, felice, che si cercano delle risposte che forse non arriveranno mai. Perché non è rimasto nulla che possa spiegare il folle gesto. Solo un biglietto con cui ha chiesto scusa ai suoi genitori per il gesto che stava per compiere.
Lunedì sera era a Torino, una serata di festa per la conclusione della patronale della città. Nonostante la pioggia e quel clima autunnale, era con gli amici di sempre a Torino per lo spettacolo dei fuochi d'artificio.
"Mentre tornavano a casa, i carabinieri di Barbania lo hanno fermato - racconta il neoeletto sindaco di Busano, Carlo Vassallo -. Guidava lui e la pattuglia lo ha sottoposto all'alcol test. L'esito ha comportato il ritiro della patente".
Il sindaco di Busano Carlo Vassallo
Questi i fatti che hanno caratterizzato le ultime ore della vita di questo ragazzo che di professione faceva l'autista e che per il quale il ritiro della patente avrebbe compromesso il lato professionale della sua vita.
Martedì mattina Andrea non si è recato al lavoro.
"Era autista alla Sarca (Società Autotrasporti Rocca Canavese, Ndr.), una ditta specializzata in trasporti industriali, trasporti eccezionali, nazionali ed internazionali - dice il sindaco Vassallo -. Di più non so".
L'unico fatto, tremendo e inconfutabile, è che dopo le 9, ha aspettato che i genitori andassero al lavoro, poi impugnando una pistola, è uscito nel giardino di casa e si sarebbe sparato.
Tutti qui in paese sono rimasti sotto schock. Ora ad indagare sono i carabinieri di Rivara.
"Conosco bene la famiglia - racconta l'ex sindaco Gianbattistino Chiono -. La mamma è di Rivara, il papà di Busano. La loro è una famiglia per bene, normale. Quando l'ho saputo sono sprofondato. Una notizia, tragica, folle. Qui siamo tutti impietriti".
Per Chiono, il sindaco dei sindaci del Canavese, che in Comune ha trascorso 40 anni, i ricordi corrono come un fiume in piena: "Se lo conoscevo? Lo conoscevo benissimo. Da piccolo era esuberante. Lo ricordo correre su e giù per il paese con la sua bicicletta. Poi, crescendo, con il motorino. Era spericolato, ma anche molto bravo: il Valentino Rossi del Canavese. Io non posso davvero credere che sia successa una cosa del genere".
L'ex sindaco Giambattistino Chiono
Ad unirsi al cordoglio delle famiglie è anche l'ex sindaco di Rivara, Roberto Andriollo: "La mamma è di Rivara e la sua è una delle famiglie più conosciute e stimate qui in paese. La zia della fidanzata di Andrea, invece, è nella protezione Civile. Da lei è arrivata una prime conferme di questa assurda tragedia".
La comunità di Busano e quella di Rivara si stringono all'immenso dolore dei genitori e della sorella Martina in un abbraccio pieno di affetto e di commozione.
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