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Cronaca
01 Maggio 2024 - 17:45
È successo tra San Maurizio Canavese e frazione Malanghero: in un’area boschiva vicino ad alcune cascine una mamma gatta incinta è stata abbandonata all’interno di una scatola in legno, chiusa con della carta tenuta assieme da del fil di ferro.
“Sì, abbiamo ricevuto segnalazione nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 30 aprile - ci spiega Lara Masutti dalla LIDA di Ciriè e delle Valli di Lanzo, intervenuta assieme a una collega per recuperare la gatta - siamo andati lì alle 6, poi alle 7 di pomeriggio e di nuovo la sera. Fortunatamente prima di mezzanotte, quando è iniziato il temporale, siamo riusciti a salvare la mamma con i suoi cuccioli”.
La scatola con il fil di ferro in cui la gatta è stata abbandonata
La micia, che si trovava assieme ad altre gatte, verosimilmente è stata messa all’interno della cassetta chiusa con il fil di ferro una volta che i “padroni” hanno scoperto fosse incinta: nel tempo passato all’interno della scatola, l’animale è anche riuscito a partorire quattro cuccioli, rompendo la carta che chiudeva il suo “recinto”, ma con il maltempo e il freddo purtroppo un piccolo non è riuscito a passare la notte ed è stato trovato senza vita da Masutti e i colleghi della LIDA.
“Io rimango sempre sconvolta dalla crudeltà della gente - aggiunge Masutti - come si fa a chiudere un animale in una scatola con del fil di ferro? Recuperarla non è stato per nulla semplice: lei inizialmente aveva paura, ed era importante che non venisse divisa dai suoi figli. Dopo qualche tentativo abbiamo messo nel nostro trasportino gli stracci dove aveva partorito, di modo che riconoscesse l’odore, e siamo riusciti a catturarla. Dopo delle mezz’ore passate a inseguire i cuccioli, poi, siamo riusciti a prendere anche loro. Ora la gatta è da noi è sta bene, è una mamma meravigliosa”.
La scatola lasciata nel bosco; all'interno, il pelo arancione della mamma
E se la micia è stata salvata, il fenomeno dell’abbandono (e in questo caso anche maltrattamento) di animali continua, con i volontari della LIDA che sono costantemente al lavoro tra chiamate, segnalazioni e interventi.
“Il nostro è un operato enorme, - continua Masutti, che non ha risparmiato le critiche nei confronti di una gestione amministrativa assente -. c’è una politica di totale indifferenza da parte delle istituzioni e dei Comuni. Qui sul territorio non abbiamo dei gattili, e nemmeno partono delle campagne di sterilizzazione, che potrebbero evitare situazioni come quella di Malanghero. Noi il lavoro lo continuano in ogni caso: ci portiamo tutto a casa da ben 23 anni”.
E se una politica troppo poco attenta nei confronti dei nostri amici a 4 zampe è un tema diffuso su tutto il territorio del Canavese, dove non pullulano né canili né gattili, ricordiamo che l’abbandono di animali è un reato sanzionato all’articolo 727 del codice penale, punibile con l’arresto fino ad un anno o ammenda dai 1000 ai 10mila euro. Le sanzioni e la reclusione, poi, aumentano esponenzialmente in caso oltre all’abbandono, gli animali vengano maltratti e a loro si arrechi sofferenza (da 3 a 18 mesi di carcere, con multe che possono arrivare anche fino a 30mila euro).
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