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Chivasso
20 Marzo 2024 - 12:20
Tre vicini di casa di Giusy sono stati convocati in Caserma. La notizia è stata diffusa questa mattina.
Le indagini per l'omicidio di Giuseppina Arena ad una svolta?
519 giorni dopo il ritrovamento del cadavere della donna in un boschetto di Pratoregio, alla periferia della città, questa mattina un team formato da investigatori della prima sezione omicidi e della SIS (investigazioni scientifiche) del nucleo investigativo, sta facendo un sopralluogo presso l’abitazione, tutt'ora sotto sequestro, della cantastorie in via Togliatti 66.
Cosa cercano gli inquirenti? Sono emersi elementi nuovi per la risoluzione del giallo che da oltre un anno sta tenendo tutto il chivassese e non solo con il fiato sospeso? Lo scopriremo nelle prossime ore.
Questa mattina per aprire la porta di casa dell'appartamento in cui ha abitato Giusy è stato necessario l'intervento di un fabbro.
La storia di Giuseppina Arena aveva appassionato e toccato i cuori di tantissime persone.
Giusy, così come la ricordano tutti, aveva due vite: quella che cantava e quella che viveva.
La prima riecheggia ancora nei ricordi, nei discorsi, nelle parole che si fanno sulle panchine dei giardinetti dei cortili di via Togliatti, sulle scale e negli androni di questi palazzoni popolari alla periferia est della città.
La seconda è stata interrotta sotto un cavalcavia dell’Alta Velocità a Pratoregio per mano di un brutale assassino che il 12 ottobre 2022, nel giorno del suo 52esimo compleanno, le sparò a bruciapelo tre colpi di pistola mirando al volto.
Giuseppina Arena aveva 52 anni
Il suo assassino, o i suoi carnefici se fossero più d’uno, oggi sono ancora in libertà.
L’indagine è ancora a aperta e per lungo tempo s'è pensato che fosse approdata in un vicolo cieco.
“Sedersi su quella panchina rossa, leggere la dedica, fa sempre un certo effetto - la ricorda a nome di tutto il quartiere il consigliere comunale Bruno Prestìa, vicino di casa di Giuseppina Arena -. Passeggiare lungo quel viale dove la incontravi coi suoi due cagnolini, mentre cantava le sue canzoni, ti raccontava qualcosa, lascia un senso di vuoto e di tristezza..."
Da oltre un anno un quartiere intero, ma anche la città di Chivasso, attende di leggere la notizia della conclusione delle indagini.
Bruno Prestìa consigliere comunale di Chivasso e residente del Borgo Sud Est
Inizialmente l’attenzione degli inquirenti s’era concentrata sull’eredità, non certo milionaria, che Giuseppina Arena aveva avuto un paio d’anni dopo la morte dell’anziana madre: la casa di Montanaro, i buoni postali e quel conto di circa 200/250mila euro depositato all’Ufficio Postale di Chivasso, tuttora bloccato dalla magistratura e mai attinto dagli eredi, cioè da Giusy o da suo fratello Angelo.
Un “tesoretto” che resta sullo sfondo di questa storia criminale.
L'ingresso dell'abitazione di Giuseppina Arena in via Togliatti
E poi c’è il mistero riguardo la vita privata della cantastorie, di quell’uomo più volte notato in compagnia di Giusy e la cui identità resta, almeno allo stato dei fatti, sconosciuta.
L’identikit è generico e riferisce di una persona tra i trenta e i quarant’anni visto spesso alla guida di un’utilitaria scura. Una volta indossava un giubbotto di pelle, un’altra un cappotto blu o nero.
Ma nessuno ha ancora capito chi fosse.
Un furgone chiaro con a bordo due persone. E’ l’ultima pista emersa qualche mese fa. E poi, anche questa, finita nel nulla. Un furgone che sarebbe stato visto procedere lungo la strada che da Chivasso conduce a Pratoregio.
All’interno ci sarebbe stata Giuseppina Arena con la sua bicicletta.
La lapide di Giuseppina Arena nel cimitero di Montanaro
A riferirlo, un testimone oculare la cui identità viene tenuta segreta dagli investigatori che in quest’indagine hanno dovuto davvero faticare.
Il motivo principale è che non c’è una sola videocamera della città che quel giorno abbia inquadrato Giusy, nemmeno per un secondo.
Nemmeno quella alla rotonda per Pratoregio sulla strada per Montanaro, un passaggio obbligato per chi arriva da Chivasso e vuole raggiungere il “boschetto” (che non c’è più) dove la donna è stata uccisa.
Eppure Giusy avrebbe dovuto percorrere il tragitto che collega il Borgo Sud Est e la frazione Pratoregio, ad Ovest, dalla parte opposta di Chivasso. Giusy è uscita di casa ed è sparita nel nulla.
A qualcuno aveva detto che si sarebbe recata al sotto-Chiesa della Madonna del Rosario a ritirare la spesa, ma lì nessuno l’ha vista.
Se non si è recata lì e le telecamere non l’hanno ripresa (ce ne sono alcune decine, qualunque strada avesse percorso), allora è perché Giusy, poco dopo essere uscita di casa, sarebbe salita su quel furgone che sarebbe stato notato non lontano dal suo alloggio. Convinta a salire perché, evidentemente, conosceva una delle due persone che erano a bordo. Un furgone chiaro “tipo Fiat Ducato”, abbastanza datato come immatricolazione.
Le indagini si sarebbero concentrate lì, sulla descrizione sommaria di un mezzo e di una targa non ben inquadrata dalle telecamere, ma che sarebbe stata decifrata. Almeno, è quello che sembrava.
Di Giuseppina Arena non restano che le sue storie cantate. E un drammatico epilogo su cui da oggi si potrebbe iniziare a vedere un po' di luce.
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