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Cronaca
15 Marzo 2024 - 16:38
Indossava un bomber con la scritta “Propaganda” e una tuta verde acqua. Si è presentato così, giovedì, in aula a Ivrea Davide Perotti, scortato dalla polizia penitenziaria, l’anarchico di Monastero di Lanzo, (avvocato Manuel Perga), finito a processo insieme a Matteo Bortolan, 42 anni, per resistenza, oltraggio a pubblico ufficiale e detenzione illegale di armi perché aveva tentato di acquistare attraverso una ricerca in rete salnitro e perclorato di sodio, tutti elementi chimici utili al confezionamento di ordigni esplosivi.
Era il 24 agosto 2021 quando Perotti, conosciuto nell’ambiente anarchico con il soprannome di “Bomba” venne arrestato fuori da un supermercato a Cirié. Quel giorno non indossava la mascherina e prima il vigilante e poi i carabinieri di Ciriè lo avevano fermato. Nella sua casa dove abita insieme al padre della sua ex, i militari avevano trovato sette candelotti di grosse dimensioni e modificati, definiti dagli artificieri “ad alto contenuto esplosivo”. Per il consulente della difesa, però, sentito giovedì mattina, quegli esplosivi non avevano una potenza micidiale.
Candelotti esplosivi (immagine d'archivio)
Trasportato dal carcere di Ferrara, l’altra mattina, si è presentato in tribunale per rispondere alle domande della pm Valentina Bossi e del collegio presieduto dalla giudice Stefania Cugge. Sfrontato ha risposto agli interrogativi della pm Bossi. Alla domanda sui candelotti trovati a casa sua nel corso della perquisizione ha riposto che li aveva acquistati per festeggiare il Capodanno. Quando la pm gli ha chiesto di giustificare le ricerche su internet, Perotti, ha risposto: “Facevo dei controlli. Perché non si può?”
E la piante di marijuana? “Me la fumo”.
E alla richiesta di una riposta a quelle frasi minacciose: “Vi ammazzo” e “Vi sparo in testa” rivolte ai militari che lo avevano fermato ad un posto di blocco, Davide Perotti, si è giustificato: “Sono ancora vivi però…”
Il processo è stato aggiornato al 7 giugno.
L’anarchico Bomba è in carcere dove sta scontando la condanna a tre anni e dieci mesi. Perotti, tenuto sotto osservazione dagli investigatori per alcuni episodi avvenuti nel corso di manifestazioni, era accusato di diversi reati. L’acquisto, al tempo, non si era concluso perché il fornitore in quei giorni aveva contratto il Covid. Il sospetto degli inquirenti è che l’obiettivo di Perotti fossero il Cpr di corso Brunelleschi a Torino e la sede di Intesa Sanpaolo. Perotti doveva rispondere anche di rapina e tentata rapina. Aveva infatti rapinato due bar e tentato un colpo a un supermercato insieme con il figlio 42enne del serial killer Maurizio Minghella, Gianpiero Finessi.
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