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Cronaca
25 Gennaio 2024 - 22:50
Tra i profughi afghani presenti a Settimo Torinese c'era anche un bambino
Hanno attraversato il Medio Oriente, mezza Europa, il nord Italia, e sono arrivati a Settimo Torinese. Alla ricerca di un'opportunità, di una nuova vita, di un'esistenza lontano da guerre, soprusi, violenze.
Hanno sopportato un viaggio di centinaia di chilometri, stipati nel carico di un tir, tra treni di pneumatici.
Quando li hanno sorpresi i carabinieri, questa mattina, giovedì 25 gennaio, non pronunciavano una parola di italiano. Erano spaventati.
Sono stati sorpresi dai carabinieri di Settimo Torinese
Arrivato nel magazzino ieri intorno alle 16.30, il conducente del camion è sceso dal mezzo ed ha aperto il portellone. E' lì che li ha scoperti. Ha visto i tre uomini e il bambino tra le gomme e ha chiamato i carabinieri.
I carabinieri di Settimo Torinese sono intervenuti all'alba nel magazzino di una ditta dov'era presente in un TIR contenente pneumatici dov'erano nascosti quattro cittadini afghani, uno dei quali minorenne.
Erano due ragazzi, di 19 e 20 anni, un uomo di 40 e il figlio di quest'ultimo di appena 10 anni. Il mezzo aveva ancora i sigilli e i carabinieri escludono la responsabilità dell'autista.
Rifocillato dai militari, il gruppo è stato affidato alle cure dell'equipe del 118.
I quattro, che a quanto pare hanno viaggiato nel container per tre giorni senza cibo e acqua, sono stati accompagnati in questura a Torino per le procedure di richiesta di asilo politico. Ora stanno cercando una comunità che li possa ospitare.
I carabinieri di Settimo indagano per capire se, nel viaggio, il gruppo sia stato costretto a pagare qualcuno.
Nel dicembre 2019, un precedente. Tra gli scatoloni del cassone del rimorchio di un tir, nell'area commerciale di Settimo, erano stati soccorsi due adolescenti afghani di 16 e 17 anni. Erano fuggiti da Kabul ed erano diretti in Francia.
Il permesso di soggiorno per asilo politico viene rilasciato dalla Questura al titolare dello status di rifugiato. Lo status di rifugiato, dice la legge italiana, viene riconosciuto allo straniero che, per motivi di razza, religione, appartenenza sociale e/o politica, viene perseguitato nel Paese di cui possiede la cittadinanza o, in caso di apolidia, nel territorio in cui aveva la dimora abituale, per cui non può farvi ritorno.
Nel 2023 le persone che hanno raggiunto il nostro Paese sono state 155.754
Secondo le cifre fornite dal Viminale, riferite fino allo scorso 29 dicembre, le persone che in un anno hanno raggiunto il nostro Paese sono state 155.754 (oltre 17mila i minori stranieri non accompagnati) mentre nello stesso periodo di riferimento nel 2022 erano state 103.846.
Sui numeri ha sicuramente influito la crisi economica e politica in Tunisia, diventata la rotta privilegiata per chi fugge dall'Africa, e alcune strategie - secondo quanto denunciato anche dal governo italiano - messe in atto dai mercenari della Wagner al soldo di Mosca per esasperare il fenomeno migratorio.
Cifre più alte che nel 2024 si spera possano ridurre l'impatto dopo l'accordo raggiunto in Europa nel Patto su migranti, attraverso una distribuzione più equa dei richiedenti asilo all'interno dei territori dell'Unione.
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