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Cronaca
09 Gennaio 2024 - 19:15
Lo striscione dei coscritti di Favria sarebbe stato dato alle fiamme
Scontro tra bande di coscritti, vere e proprie scene da far west con tanto di pistola che spunta tra la folla di ragazzi pronti a darsele di santa ragione. Tra questi anche degli adulti e, sembrerebbe, addirittura dei genitori che non avrebbero alzato neppure un dito per impedire l'aggressione.
Questo lo scenario della rissa di Pratiglione, avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 gennaio nell'area picnic della Carella. I coscritti di Favria da una parte, quelli di Forno e Pratiglione dall'altra e giù botte. Un tutti contro tutti dove ad avere la peggio è stato un ragazzo di 25 anni che dal pronto soccorso è uscito con 10 punti in testa e una prognosi di 15 giorni.
La denuncia contro ignoti è partita subito, ma le indagini starebbero già individuando tutti i presenti per capire la dinamica e le singole responsabilità.
Quello di Pratiglione sarebbe stato un regolamento di conti bello e buono iniziato la notte prima con il furto dello striscione esposto dai ragazzi di Favria in piazza Martiri, proprio sopra la scuola guida. Un gesto di sfida terminato con una prima zuffa, qualche spintone e il ceffone dato ad una ragazza. Nessuna denuncia però. Solo tanta rabbia per l'affronto alla coscritta e per quella bandiera data alle fiamme dai rivali.
Chi abbia partecipato all'assurdo regolamento di conti nell'area picnic della Cerella è ancora tutto da capire.
"Facile dire che erano coscritti di Favria - interviene il sindaco Vittorio Bellone -. E' più corretto parlare di ragazzi con la felpa dei Coscritti di Favria perché alla festa che organizzano i ragazzi del paese prendono parte anche quelli dei comuni della zona dove non c'è questa tradizione, come Rivarolo e Cuorgné. A dirlo sono i numeri: i nati nel 2006 a Favria sono 63, ma si parla di un gruppo di coscritti di un'ottantina di ragazzi che si sono riuniti durante le serate di festa. Inoltre ho potuto verificare che i ragazzi del paese che vi hanno preso parte saranno stati sì e no una ventina".
Per farlo, il sindaco Bellone e la vicesindaca Lucia Valente, hanno telefonato casa per casa in tutte le famiglie dei ragazzi nati nel 2006.
"Prima ancora che dicessimo il motivo della telefonata in molti hanno risposto che i loro figli non avevano partecipato alla festa. Poi ce ne sono altri che hanno solo acquistato la felpa. Insomma, a conti fatti del paese ce ne sono una ventina. Non di più".
Impossibile dire esattamente da chi fosse formato il gruppo perché non esistono liste ufficiali.
"Non si tratta di feste autorizzate - spiega Bellone - non se ne fa una così almeno da quando sono diventato sindaco io. Per autorizzarla ho sempre voluto un referente maggiorenne, un responsabile della serata, qualcuno che potesse rispondere di quanto accadeva. E così non è più stato fatto nulla".
Nei giorni che vanno da Santo Stefano all'Epifania è tradizione che i ragazzi del paese che diventeranno maggiorenni nell'anno appena iniziato, si ritrovino per le strade a fare festa. Passatempi innocui come chiacchierare sugli scalini della chiesa, trovarsi davanti al parco e magari ballare bevendo qualcosa.
Una tradizione che affonda le radici in tempi lontani, quando quei ragazzi, da lì a poco, avrebbero ricevuto la cartolina per partire per il militare.
"Quello che è successo è gravissimo - tuona il sindaco Bellone -. A chi si è reso responsabile di questi gesti violenti qualche mese di militare farebbe davvero bene!".
Prima di quest'anno, però, nulla di così grave si era mai verificato: "Il peggio che poteva succedere era che qualche cittadino si lamentasse per gli schiamazzi o per i petardi fatti esplodere. Quest'anno, anzi, sembrava tutto più tranquillo del solito. I cittadini hanno lamentato soltanto il baccano che proveniva dagli stereo a tutto volume di alcune auto che arrivavano di notte o verso l'alba. E questo a riprova del fatto che ci fossero anche dei ragazzi più grandi. Senza qualcuno che guidasse, chi avrebbe potuto portarli a Pratiglione? Sono certo che nessun minorenne di Favria andrebbe mai in giro con una pistola. Finta o vera che fosse. E sono pronto anche a giocarmi la fascia di sindaco".
A scatenare tutto, dunque, sembrerebbe che sia stato proprio quello striscione dato alle fiamme e lo schiaffo ad una ragazza: "Finché portare via lo striscione è una goliardata, va tutto bene. Ma la violenza no. Mai e poi mai, soprattutto nei confronti di una donna. I ragazzi, però, anziché reagire alla provocazione avrebbero dovuto fare un altro striscione e appenderlo. E qualsiasi forma di violenza avrebbero dovuto denunciarla alle autorità senza ricorrere alla giustizia sommaria".
E qui, a parlare è il carabiniere in congedo. Vittorio Bellone, infatti ha indossato la divisa dell'Arma e ha un senso delle istituzioni e della giustizia molto alti.
Il sindaco di Favria, Vittorio Bellone, è un carabiniere in congedo
Le indagini sono aperte e a lavorarci su sono ben due compagnie dei carabinieri: "Favria e Pratiglione, infatti, sono sotto i carabinieri di Cuorgné, sotto Ivrea - spiega Bellone -. Forno Canavese, invece è sotto Rivara che appartiene alla compagnia di Venaria. Bisogna capire bene, dunque, dove sono avvenuti i fatti e le varie competenze. Tra noi sindaci ci siamo già consultati e stiamo tutti cercando di far confluire più informazioni possibili. Il problema è che nell'ambiente dei coscritti c'è tanta tanta omertà. Entrarci dentro è difficilissimo".
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