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Dalla Procura di Biella

Il Deputato con la pistola e gli enigmi della notte di Capodanno. Manca la querela

Assoarmieri, 'vicenda incredibile'. Rimane il nodo dello Stub

Emanuele Pozzolo in una foto da lui pubblicata su Facebook

Emanuele Pozzolo in una foto da lui pubblicata su Facebook

Sul caso Pozzolo le indagini proseguono, tra i numerosi testimoni tutti ascoltati e l'attesa per l'esito dello Stub, l'esame per la presenza di polvere da sparo su mani e vestiti, ma il fulcro resta una domanda inevasa: la ragione per cui il deputato di Fdi, durante i saluti che era passato a fare verso l'1.30 ai festeggiamenti di Capodanno appena conclusi nel Biellese, abbia estratto la mini-pistola che aveva con sé.

Nonostante il porto d'armi, il comportamento viene se non altro visto come incauto, prima che pericoloso, considerato che poi uno sparo accidentale ha ferito lievemente una persona, il giovane genero di un agente di scorta di Andrea Delmastro, il sottosegretario alla Giustizia. Che al momento, però, non ha ancora presentato querela, anche se per farlo ha 60 giorni di tempo.

Emanuele Pozzolo e Andrea De Mastro

All'attenzione degli inquirenti, che procedono per "atto dovuto" per lesioni colpose, accensioni ed esplosioni pericolose e omessa custodia di armi, si pone l'analisi tecnica di chi di armi si occupa per mestiere.

"Emergono leggerezze a dir poco incredibili, comportamenti lontanissimi da quelli che caratterizzano un regolare possessore di armi", commenta l'avvocato Antonio Bana, penalista e presidente di Assoarmieri, l'associazione nazionale dei commercianti, intermediari e appassionati di armi comuni da sparo.

"Nell'attimo in cui la propria arma viene estratta, sfoderata e impugnata - prosegue l'avvocato - è perché sussiste un pericolo imminente, immediato per l'incolumità personale di chi la detiene. Occorre poi sottolineare che non sia assolutamente ammissibile che un legale detentore di armi possa permettersi di far toccare la propria arma, ancorché scarica a terze persone".

Sequestrato il mini revolver, per Pozzolo è stata avviata inoltre la procedura anche per ritirare le altre sei armi, pistole e fucile, custodite nella sua casa di Vercelli dove ha residenza la moglie. Resta anche il tema della concessione del porto d'armi.

"La normativa italiana individua solo una ristretta cerchia di persone da autorizzare al porto d'armi per difesa personale, a cui viene fatta questa concessione da parte dell'autorità pubblica", spiegano da Assoarmieri.

Fatto è che agli atti Emanuele Pozzolo ha detto: "L'arma è mia, ma non ho sparato".

Gli esiti dello Stub arriveranno dal Ris di Parma, che non ha però i vestiti di Pozzolo, negati dal deputato in forza dell'immunità parlamentare. Gli inquirenti intanto stanno vagliando i racconti di chi era lì. Non più le trenta persone che avevano festeggiato la vigilia nei locali dell'ex asilo di Rosazza, ora proloco, ma quelle rimaste fino a tardi, una ventina, contando anche alcuni bimbi.

Le testimonianze, minorenni ovviamente esclusi, sono state acquisite ora tutte dalla procura di Biella e dai carabinieri, che si stanno occupando del caso. Lo spavento per il colpo della piccola arma da fuoco e il ferimento sono nel racconto di tutti, con la corsa poi da una parte a tranquillizzare i bambini presenti, portati in un'altra stanza, e dall'altra a chiamare i soccorsi per Luca Campana, 31 anni, di Candelo.

Sulle testimonianze resta riserbo, perché proprio dai dettagli gli inquirenti cercheranno di ricostruire quanto accaduto quando il deputato di Fdi è arrivato dalla sua residenza nel paese accanto, Campiglia Cervo, dove aveva festeggiato. Sarebbe stato lui, secondo alcuni presenti, ad avere tirato fuori l'arma, mostrandola. Tra le persone sentite da magistrati e militari, non risulterebbero il sottosegretario e nemmeno la sorella, Francesca Delmastro, sindaca di Rosazza, che aveva affittato i locali per la festa con familiari e la scorta del fratello, i cui componenti avevano portato anche i propri parenti.

Andrea Delmastro al momento dello sparo, come lui stesso aveva dichiarato anche ai giornali subito dopo i fatti, era già a qualche centinaio di metri di distanza, alla sua auto, per sistemare alcune borse con avanzi del cenone, pronto a rincasare con la propria famiglia. La sorella invece aveva raccontato di essere andata via da un po', dopo avere aiutato a sparecchiare. 

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