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Cronaca

Festeggiano il capodanno dentro l'ex centro di accoglienza e scoppia l'incendio

Nella notte del 31 dicembre alcuni residenti hanno avvertito i Carabinieri

Festeggiano il capodanno dentro l'ex centro di accoglienza e scoppia l'incendio

L'ex centro di accoglienza in fiamme

E ci risiamo: l'ex centro di accoglienza di via Madonna dei Poveri, a San Mauro Torinese, è di nuovo al centro della bufera. Nella notte di capodanno l'edificio è stato utilizzato da alcuni ragazzini come "base" per festeggiare l'arrivo del nuovo anno. 

Botti, bevute e tanto altro. Il gruppo, probabilmente, ha lasciato all'interno della struttura qualche residuo dei fuochi d'artificio, nel pomeriggio di lunedì 1 gennaio è scoppiato un incendio. Una grandissima colonna di fumo si è alzata sulla collina sanmaurese.

"Io ho chiamato i carabinieri il 31 sera - racconta il consigliere comunale di minoranza Marco Bongiovanni - ho chiesto un intervento proprio perché lì c'era qualcuno che stava festeggiando. Qualcosa di simile era successo anche il 24 sera. L'edificio era stato murato nei mesi scorsi ma evidentemente qualcuno ci è tornato, ha fatto un sopralluogo ed è riuscito ad entrare".

Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno spento le fiamme.

Qualche mese fa eravamo entrati nell'ex centro di accoglienza abbandonato 

La struttura, di proprietà dell'Arcidiocesi di Torino, è ormai abbandonata da moltissimi anni ed è diventata preda di ragazzini e teppisti che, nel corso del tempo, hanno rotto porte, finestre, si sono intrufolati dentro l'immobile e hanno spaccato quasi tutto. 

Qualcuno li ha visti anche correre sul tetto. Insomma, uno scenario che richiedeva un intervento tempestivo per arrivare almeno ad una prima messa in sicurezza.

L'intervento c'è stato, poco dopo la nostra visita (febbraio 2023), le finestre e le porte sono state murate. Un'operazione che, però, evidentemente, si è rivelata inutile.

Dentro l'ex centro per minori, a febbraio 2023, c'era ancora di tutto: materassi, vestiti, sedie, tavoli, quadri, divani, libri, computer, qualunque cosa necessaria per vivere.  

Il tema, il 30 gennaio 2023, era sbarcato in Consiglio Comunale grazie ad una mozione del consigliere di minoranza, Marco Bongiovanni. L'assessore Ugo Dallolio aveva coì rassicurato tutti: "Domani mattina la Curia sarà presente con un'impresa, l'aspetto della sicurezza è fondamentale, la Curia ha preso l'impegno di sigillare le porte e le finestre più basse. Mi auguro che con la chiusura che sarà rapida si eviterà questo fenomeno".

Ebbene, l’8 febbraio 2023 di questa messa in sicurezza non c’era la minima traccia. Noi eravamo andati sul posto mercoledì 8 febbraio, al mattino, e avevamo constatato come la struttura fosse ancora accessibile da più ingressi. L’intervento di chiusura c’era poi stato qualche settimana dopo.

Il Comune, il 26 gennaio, aveva addirittura emesso un'ordinanza dove chiedeva all'Arcidiocesi di Torino di intervenire, ENTRO 10 GIORNI "mediante chiusura scrupolosa di tutti gli accessi (porte e finestre) agli stessi, al fine di impedire l’ingresso a persone estranee".

Parliamo, tutt'oggi, di un luogo pericoloso dove sono presenti vetri rotti, sporgenze, finestre divelte, porte distrutte. Un'area che dovrebbe essere messa in sicurezza nel più breve tempo possibile.

Per il momento, però, poco è stato fatto: né dalla Curia né dal Comune di San Mauro Torinese che potrebbe intervenire, in subordine, nel caso in cui l'Arcidiocesi se ne lavasse le mani, come sta facendo fino ad ora. 

Cosa c'era dentro l'ex Centro di Accoglienza per minori?

Fino a 4-5 anni fa qui vivevano ospitati i migranti minori non accompagnati che arrivavano in Italia. Quando nel 2017 avevamo visitato la struttura l'immobile era gestito dalla cooperativa TerreMondo, entrata nell'ottobre del 2016, quando il progetto partì. Al suo interno erano impegnati una coordinatrice, alcuni educatori, uno psicologo, mediatori culturali, volontari (sanmauresi e non) e un medico che era tenuto a visitare i nuovi ospiti al loro arrivo. All’interno della casa c'erano 24 tra richiedenti asilo e rifugiati, tutti uomini, la maggior parte provenienti dall’Africa  (Gambia, Mali, Guinea, Senegal, Somalia, Nigeria) e qualcuno giunto dall’Asia (Pakistan). Nelle camere oggi abbandonate vivevano i migranti, nelle sale più grandi, invece, c'era la mensa, le zona dedicata allo studio della lingua italiana e allo svago.

L'articolo uscito su La Voce nel novembre del 2017

Nel giardino, oggi preda delle erbacce, c'era anche un orto dove ragazze e ragazzi potevano coltivare frutta e ortaggi. Un progetto che non aveva mai creato problemi, tutto funzionava alla perfezione. I problemi sono arrivati dopo quando la "Casa famiglia" per minori stranieri ha chiuso e l'area è diventata preda di teppisti e vandali che, di tanto in tanto, entrano dentro e si divertono a distruggere tutto.

Le foto scattate all'interno dell'articolo sono state scattate l'8 febbraio 2023

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