"Io urlavo, loro ridevano".
Il branco è entrato in azione quando lei era priva di sensi, stordita dall'alcol e dalle droghe, e non ha smesso nemmeno quando si è svegliata.
Nel giro di poche ore sono stati arrestati in tre.
Altrettanti sono stati identificati e denunciati. Questi, almeno per il momento, sono i contorni di una vicenda su cui, a Torino, stanno indagando la procura e la polizia: un episodio avvenuto nella notte fra il 9 e il 10 ottobre, quando una serata di festa cominciata nella zona del Parco Dora è proseguita in un appartamento dove si sarebbe consumata la violenza.
La presunta vittima è una ragazza di vent'anni.
Gli arrestati sono due peruviani e un brasiliano più o meno della stessa età.
L'udienza di convalida si terrà domattina.
La pm Lisa Bergamasco ha chiesto un ordine di custodia cautelare per stupro di gruppo.
E' stata la giovane a riferire di essere svenuta dopo la birra, i superalcolici, l'ecstasy e la cocaina, e di essersi risvegliata su un divano a causa delle fitte che sentiva al basso ventre mentre il branco infieriva su di lei.
Non solo non è stata aiutata: tra il gruppo c'era qualcuno che rideva.
Non solo nessuno è intervenuto per mettere fine all'aggressione: c'è chi ha detto di avervi partecipato "perché lo stavano facendo gli altri".
Le violenze sono cessate quando la ragazza ha gridato di dolore e di spavento.
Secondo il suo racconto due si son fermati mentre il terzo l'ha accompagnata fuori casa lasciandola in strada.
Nonostante lo choc lei è ha chiamato il 112.
Una pattuglia delle volanti è intervenuta nel giro di pochi minuti e ha fermato uno dei giovani che stava tentando di allontanarsi in monopattino.
Gli agenti sono poi entrati nell'appartamento, al quinto piano di una palazzina, e vi hanno trovato una ventina di persone sparpagliate per le stanze. Ormai era mattina.
Quasi tutti i presenti dormivano o fingevano di essersi appena addormentati. Uno ha detto di non avere né visto né sentito nulla perché era in cucina con la fidanzata. La deposizione della presunta vittima è stata raccolta dagli investigatori direttamente nell'ospedale dove è stata medicata. Il racconto è stato giudicato attendibile. I riconoscimenti precisi. Così sono scattate le manette. Più alcune iscrizioni nel registro degli indagati.