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Cronaca

Senza parenti né amici: ecco chi era il 70enne che si è tolto la vita vicino alla piscina

I carabinieri hanno lavorato un giorno intero per risalire all'identità dell'uomo e ricostruirne la storia. Sarà il Comune a pagargli il "funerale di povertà"

Dramma della solitudine: scoperta l'identità del 70enne che si è tolto la vita vicino alla piscina

Ed ora che si sa chi fosse l'uomo che ha deciso di farla finita all'alba di mercoledì 5 luglio, non possiamo che parlare di dramma della solitudine.

Hanno dovuto lavorare un giorno intero i carabinieri agli ordini del comandante Felice Meo per risalire all'identità dell'uomo che ha scelto di farla finita impiccandosi ad un albero nei pressi di via Grande Torino, a due passi dalla piscina comunale.

Si tratta di S.P., un settantenne originario di Catanzaro che viveva senza fissa dimora a Lanzo, ma sono ancora incorso le verifiche per capire dove avesse preso la sua ultima residenza.

S.P. era un clochard, un invisibile, una di quelle persone di cui nessuno più ricorda l'esistenza e di cui porterà memoria.

Ha deciso, in una mattina d'estate, che la sua vita non aveva più valore neppure per lui stesso. Tanto valeva farla finita.

E ha scelto un luogo anonimo, appartato. Isolato, ma così vicino ad un luogo che brulica di vita come quello degli impianti sportivi  e della piscina comunale.

A trovare il corpo ormai senza vita, appeso ad un albero, era stato un passante che aveva immediatamente allertato le autorità competenti.

Molti ciriacesi mercoledì mattina hanno notato il gran via vai di ambulanze e dei mezzi dei Vigili del Fuoco diretti proprio in quel luogo. La notizia, in tutta la sua crudezza, aveva poi fatto il giro della città. 

Fin dalle prime indagini svolte dai carabinieri agli ordini del comandante Felice Meo, è sembrato trattarsi di un caso di suicidio. Tuttavia, la mancanza di documenti o chiavi addosso all'uomo ha reso complesso risalire alla sua identità. L'assenza di qualsiasi elemento personale ha sollevato interrogativi sulle motivazioni dietro questo gesto estremo.

Appena giunto sul luogo del ritrovamento, il medico legale ha iniziato le procedure necessarie per l'accertamento delle cause della morte e per l'identificazione della vittima. Nel frattempo, i carabinieri hanno avviato una serie di ricerche al fine di risalire all'identità dell'uomo. Sono state anche effettuate verifiche incrociate con le segnalazioni di persone scomparse nella zona nelle ultime settimane, nella speranza di trovare qualche pista che potesse chiarire l'identità del defunto.

Dopo un'intera giornata di indagini i carabinieri hanno sciolto il nodo su quell'identità e su quella vita sfortunata.

L'uomo, infatti, non aveva con sé documenti, né telefono cellulare, né alcun tipo di effetti personali. E' stato solo grazie alla collaborazione dei cittadini se gli uomini dell'Arma hanno saputo dargli un nome.

C'è infatti, chi l'ha riconosciuto come l'anziano che spesso andava alla mensa Caritas di Ciriè. Un uomo mite che non chiedeva nulla a nessuno e che passava inosservato agli occhi dei più.

Questa tragica vicenda rappresenta un triste promemoria sull'importanza di prestare attenzione alle persone intorno a noi e di offrire supporto a coloro che possono trovarsi in difficoltà emotive. 

I FUNERALI

Il fatto che l'uomo vivesse in perfetta solitudine, senza parenti né amici, apre una triste parentesi anche sul suo funerale.

Da mercoledì la salma è nelle camere mortuarie dell'Ospedale di Ciriè in attesa di sepoltura. E resterà lì fino a quando non verranno espletate le complesse procedure burocratiche innanzitutto rivolte a capire se davvero fosse solo al mondo e non ci siano parenti pronti ad occuparsi delle sue spoglie.

Se così fosse sarà il Comune a doversene occupare con quello che viene tristemente chiamato "funerale di povertà". Una procedura prevista da tutti i regolamenti comunali secondo i quali le esequie saranno a carico del comune dov'è avvenuto il decesso in accordo con il comune di residenza.

In queste ore sono in corso gli accertamenti incrociati tra gli uffici per capire quale sia stato il suo ultimo comune di residenza.

"Come Amministrazione Comunale esprimiamo il nostro cordoglio per il tristissimo fatto accaduto - dichiara l'assessore Fabrizio Fossati -. Ci sono delle indagini in corso e al momento quello di cui siamo a conoscenza è che la persona non aveva la residenza a Ciriè, quando il magistrato disporrà il funerale, saranno gli uffici che valuteranno con il Comune di residenza come provvedere alle esequie, ovviamente come Comune di Ciriè abbiamo le risorse per i funerali in stato di povertà, ma occorre attendere che i rispettivi uffici comunali si confrontino".

Anche il sindaco Loredana Devietti esprime il suo cordoglio per quanto è accaduto: "E’ una storia davvero tristissima, di quelle dinnanzi alla quale ci sentiamo impotenti. La nostra amministrazione, infatti, in stretta collaborazione con il consorzio dei servizi sociali, non ha mai abbandonato nessuno. Mai ci è capitato di avere persone costrette a vivere per strada, a meno che non si trattasse di una scelta ben precisa. E’ capitato che ci siano state persone che abbiano scelto scientemente di vivere per strada, ma un’alternativa noi l’abbiamo sempre data”.

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