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SCANDALO

“Frode fiscale e sistematico sfruttamento dei lavoratori”: sequestrati quasi 48 milioni a Esselunga

Il colosso dei supermercati, tra il 2016 e il 2022, avrebbe beneficiato della "stipula di fittizi contratti di appalto" sulla manodopera, "in violazione della normativa di settore", e di un giro di false fatture per "oltre 221 milioni di euro".

Esselunga

Nelle indagini si andrà avanti anche con l'ascolto a verbale dei lavoratori, mentre sul sequestro preventivo d'urgenza dovrà decidere il gip Domenico Santoro

Una "condotta" di "carattere fraudolento" che "dura da numerosi anni e ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all'erario".

Sono nette le parole del pm di Milano Paolo Storari nel decreto che ha portato stamani la Guardia di Finanza ad eseguire un sequestro da quasi 48 milioni di euro a carico di Esselunga per una presunta maxi frode fiscale sull'Iva, portata avanti con lo schema della cosiddetta "somministrazione illecita di manodopera".

Un "sistema", già emerso in altre indagini del pm Storari e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, attraverso il quale grandi aziende si garantiscono "tariffe altamente competitive" sul mercato "appaltando manodopera" in modo irregolare per servizi di logistica e "movimentazione merci".

Lavoratori che, anche in questo caso, secondo l'accusa, di fatto lavoravano per la grande impresa, ossia Esselunga, ma che sulla carta erano dipendenti di cooperative, consorzi e altre società, i "serbatoi di manodopera", che nascevano e morivano in breve tempo, lasciando debiti.

E con gli operai costretti a "migrare" da una società all'altra per mantenere il lavoro.

"Non si tratta solo di tasse evase", ha commentato l'Unione sindacale di base.

"Ben più tartassati - spiega il sindacato - risultano i lavoratori a cui sono stati fregati i contributi previdenziali, il Tfr e noi denunciamo da tempo situazioni ottocentesche nei magazzini della logistica".

Sul fronte delle indagini, dopo i casi Dhl, Gls, Uber, Brt e Geodis, solo per citarne alcuni, è emerso che anche il colosso dei supermercati, fondato da Bernardo Caprotti (morto nel 2016), avrebbe portato avanti lo stesso meccanismo illecito tra il 2016 e il 2022.

Avrebbe beneficiato della "stipula di fittizi contratti di appalto" sulla manodopera, "in violazione della normativa di settore", e di un giro di false fatture per "oltre 221 milioni di euro".

Mentre le società "filtro" non avrebbero versato l'Iva e gli oneri previdenziali e assistenziali.

Esselunga, ha fatto sapere la società, "si è immediatamente attivata per offrire la più ampia collaborazione alle autorità giudiziarie e pieno supporto per lo svolgimento delle attività" e attende "con fiducia le verifiche e gli approfondimenti, nella consapevolezza di aver operato sempre nel rispetto della legalità".

Tra gli indagati Stefano Ciolli e Albino Rocca, rispettivamente l'ex e l'attuale direttore finanziario. E la società per la responsabilità amministrativa.

Nelle indagini si andrà avanti anche con l'ascolto a verbale dei lavoratori, mentre sul sequestro preventivo d'urgenza dovrà decidere il gip Domenico Santoro.

Lo stesso giudice che, in un'altra indagine del pm Storari e della Gdf di Como e che si incrocia con quella sul grande marchio dei supermarket, sempre oggi ha disposto, in questo caso per caporalato (non contestato nella vicenda Esselunga), il "controllo giudiziario", una sorta di commissariamento, per la società cooperativa Servizi Fiduciari. Società che fa parte del gruppo Sicuritalia, leader nella vigilanza privata.

Tra i clienti big della cooperativa, oltre a Carrefour e Lidl e molti altri, anche Esselunga.

Clienti non indagati nell'inchiesta che ha accertato "azioni di sfruttamento" della cooperativa, approfittando dello "stato di necessità", su "oltre 9.000 lavoratori".

Percepivano una paga "oraria di 5,37 euro lordi", tra l'altro prevista in un contratto collettivo nazionale, "pari a una retribuzione mensile" di "650 netti". Decine le testimonianze agli atti.

"Sono stato accoltellato da un ladro che avevo fermato all'interno del supermercato. La Servizi Fiduciari mi ha corrisposto un'indennità di 24 euro", ha raccontato una guardia privata.

E se una donna ha messo a verbale che quando stava male prendeva "circa 450 euro" al mese, perché non poteva fare gli straordinari (pagati "0,80 euro" in più all'ora), un altro lavorava in "un gabbiotto in lamiera privo di riscaldamento" e di "servizi igienici" e altri ancora non ricevevano mascherine "in periodo di pandemia".

Alcuni hanno parlato di minacce: "Mi dissero che se non mi andava bene potevo anche rimanere a casa". Un vigilante ha spiegato di essere "riuscito ad ottenere tre giorni di ferie solo al momento in cui mio padre stava per morire".

In un altro verbale choc si diceva: "Mediamente effettuo 80 ore di straordinario al mese".

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