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Cronaca

Per il suo sistema di irrigazione innovativo serviva un tubo sotterraneo: il Tar gli dà torto

Marino Andrina, titolare della Cascina Alfieri di Bosconero, aveva fatto ricorso contro la decisione del Comune di Bosconero di non concedergli l'autorizzazione a realizzare il tubo

L'irrigazione a goccia

L'irrigazione a goccia

Fa ricorso contro la decisione del Comune di bloccargli un'opera utile per la sua azienda e lo perde: il Tar dà ragione al Comune. Avevamo raccontato la sua storia nel settembre dell'anno scorso: Marino Andrina, agricoltore residente a Bosconero, aveva ingaggiato una battaglia di fronte alla giustizia amministrativa perché il suo Comune di residenza non gli faceva installare un tubo sotto ad una strada pubblica.

Un tubo che sarebbe servito per implementare un sistema sperimentale di "irrigazione a goccia". Un sistema che consente di risparmiare sulla bolletta dell'acqua e che fa bene anche all'ambiente. 

“Abbiamo avanzato delle richieste in comune per poter portare delle tubazioni in polietilene sotto delle strade di proprietà comunale - spiegava l’agricoltore bosconerese a La Voce -. Sono tubazioni di diametro ridotto che servono a diramare l’acqua dalla centralina di pompaggio nei diversi campi che abbiamo”.

Le tubature passerebbero in parte sulle strade dei privati e in parte sulla strada pubblica, via della Chiara, che taglia a metà due campi di proprietà degli Andrina.

Via della Chiara, dove passerebbe la tubatura

“Il problema è che noi abbiamo fatto richiesta e non ci avevano inizialmente risposto”. La prima richiesta risaliva al 2019. Come detto, dal palazzo comunale non è arrivata alcuna risposta. “Ho anche incaricato un legale per capire se riuscisse a sollecitarli a rispondere. Non lo hanno fatto nemmeno questa volta”.

Così, Marino si è rivolto al Tar nel 2021. “Nel frattempo, loro, sentendosi in difetto, hanno risposto - racconta l’agricoltore - ma hanno risposto in maniera negativa. Ci hanno detto che non ci avrebbero fatto passare i tubi sotto le strade comunali perché la commissione agricoltura non era d’accordo”.

Avevamo raccontato su La Voce la storia di Marino

E intanto si aspettava la sentenza del Tar. Che è arrivata il 15 febbraio scorso. Per quanto riguarda il silenzio dell'amministrazione alle prime richieste della cascina Alfieri, di proprietà degli Andrina, i giudizi scrivono che "il decorso del termine sopra indicato senza che l’amministrazione si sia pronunciata sulla richiesta ostensiva del privato comporta la formazione del silenzio rigetto, non costituendo l’inerzia dell’amministrazione un’ipotesi di silenzio inadempimento di cui Cascina Alfieri si possa dolere in giudizio".

Non ci sono, secondo i giudici, illegittimità nella condotta dell'amministrazione sotto questo versante. Anche per quanto riguarda la possibilità, per il Comune di Bosconero, di concedere alla cascina Alfieri lo spazio per realizzare i tubi sotto terra su terreno di proprietà pubblica, i giudizi si sono espressi in favore dell'amministrazione. Andrina, tra l'altro, avrebbe voluto realizzare il tubo a spese proprie.

"La concessione in uso individuale del suolo pubblico – rectius, del sottosuolo – rientra tra i poteri discrezionali dell’amministrazione - scrivono i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale piemontese - nella valutazione del migliore perseguimento dell’interesse pubblico e, come tale, è censurabile solo entro i ristretti limiti della macroscopica illogicità, irragionevolezza o grave travisamento dei fatti, che, nella fattispecie, il Collegio non ritiene sussistenti".

Paola Forneris, sindaca di Bosconero

I giudici riportano come l’amministrazione comunale avesse chiarito che “la posa di tubazione sotto il fosso a profondità asseritamente definita adeguata dalla richiedente, viste la struttura e le caratteristiche dello stesso (canale a cielo aperto in terra battuta), causerebbe cedimenti della strada e dei fossi con dispersone delle acque irrigue gestite dal Consorzio e distribuite agli agricoltori consorziati del Comune di Bosconero”.

Il comune, inoltre, riportano i giudici, aveva valutato che “l’attività irrigua condotta dai signori Andrina ogni qual volta effettuata nel periodo estivo risulta essere causa di problematiche con i residenti del Comune di Bosconero ma anche con il personale di questo comune e la forza pubblica”, mentre “la Società Alfieri potrebbe aprire pozzi all’interno dei propri terreni, senza gravare su manufatti comunali ovvero gestiti dal Consorzio irriguo di cui il comune di Bosconero fa parte, considerata pure la facoltà per la Società, per ora disattesa come emerso dai provvedimenti giudiziari summenzionati, di consorziarsi”.

Il rapporto degli Andrina con il Consorzio Irriguo, a dire il vero non è mai stato così sereno. L'avevamo raccontato: “Dal 2014 - spiegava Marino - il Consorzio ha iniziato a richiederci il pagamento delle bollette dell’acqua, anche se noi non ne abbiamo mai usufruito...”.

Il Consorzio aveva così fatto causa all’azienda agricola chiedendo loro di pagare le bollette, nonostante l’azienda di Andrina non fosse consorziata: “Ma il tribunale ci ha dato ragione, con una sentenza del 2021” spiegava Marino nel settemnbre 2022.

Che poi ci aveva spiegato il perché non ha mai voluto entrare nel consorzio. “Non abbiamo mai ritenuto necessario farlo - spiega Marino - perché utilizzando l’impianto di irrigazione a goccia non possiamo utilizzare l’acqua del consorzio, utilizziamo quella dei pozzi concessionati da Città Metropolitana. L'acqua del consorzio non la potrei utilizzare comunque perché il turno irriguo stabilito dal Consorzio è dai sette ai quindici giorni ma a me servirebbe utilizzarla ogni tre giorni".

"Stiamo valutando se appellare la sentenza - è il commento di Andrina della cascina Alfieri - sperando che magari si trovi una soluzione. Quello che non riesco a capire è come la Giunta possa aver fatto una delibera in cui non vengono evidenziati in maniera positiva gli sforzi che fa l'azienda per tutelare il bene idrico. Inoltre, speravamo anche in un'espressione nel merito della vicenda da parte del consiglio comunale". 

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