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Cronaca
04 Aprile 2023 - 00:46
Quei cinque milioni di euro che gli erano piovuti addosso grazie a un 'Gratta e Vinci' particolarmente fortunato gli avevano cambiato la vita. Si era tolto qualche sfizio, aveva comprato casa, aveva rilevato una piccola ditta di trasporti. Ma aveva anche ricevuto le attenzioni di ladri e di rapinatori. Due volte in pochi mesi.
L'ultima, la più drammatica, la notte del 28 maggio 2022, quando una banda di sconosciuti aveva fatto irruzione nella sua villa di Torre Pellice (Torino) e si era impadronita di un bottino di oltre 600 mila euro.
Ed è su questo episodio che i carabinieri, dopo un'indagine lunga e laboriosa, hanno chiuso il cerchio la scorsa settimana arrestando tre persone: un romeno di 38 anni residente in provincia di Torino, una romena di 31 anni abitante del capoluogo piemontese, un moldavo di 37 anni gravitante nella zona di Padova.
Un quarto uomo, quarantanovenne, anche lui moldavo, era stato fermato già il giorno dopo il colpo. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Elena Deambrogio, Rosalba Cannone, Benedetta Perego e Cesare Vanzetti; davanti agli inquirenti qualcuno ha scelto di non parlare, altri hanno respinto le accuse, altri ancora hanno fornito racconti giudicati inattendibili.
fotografia a puro scopo descrittivo
L'imprenditore, un 34enne, conquistò il suo ricco 'Gratta e Vinci' nell'agosto del 2021. Alla vigilia di Natale di quell'anno qualcuno gli svaligiò l'appartamento di Nichelino (Torino), dove ancora abitava in affitto, portandosi via un mucchietto di lingotti d'oro.
A marzo si trasferì a Torre Pellice con la fidanzata. Il 28 maggio 2022 la coppia, al rientro da una cena, fu affrontata da tre persone con pistola e passamontagna: "Fateci entrare, sappiamo cosa cercare". I rapinatori spinsero i due a terra, poi li chiusero in uno sgabuzzino; quindi si impadronirono di lingotti, preziosi, orologi, contanti e, a mo' di trofeo, qualche penna stilografica, un machete e una bottiglia di Dom Perignon.
I presunti componenti della gang sono stati individuati anche grazie all'analisi delle celle telefoniche. Gli investigatori non hanno dubbi: hanno agito a colpo sicuro. Resta da capire chi li ha informati. L'imprenditore non stava conducendo una vita da nababbo; pensava ancora a lavorare, tanto che aveva dotato la sua nuova azienda (quattro dipendenti) di mezzi comodi e moderni. Ma che avesse vinto una fortuna era noto a tanti, e non solo a Torre Pellice.
A volte riceveva richieste di denaro. Un testimone, ascoltato da carabinieri, si è spinto a dire che parlava liberamente di quel colpo di fortuna "senza preoccuparsi di eventuali malintenzionati".
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