AGGIORNAMENTI
Cerca
Il caso
02 Aprile 2023 - 00:22
I rifiuti abbandonati tra Gassino e Sciolze
È dal confine tra Sciolze e Gassino, nel bel mezzo della collina, che arriva la notizia di una grossa discarica abusiva, con immondizia, cartacce e anche rifiuti più pericolosi abbandonati lì, tra gli alberi del bosco.
A documentare il tutto con un video, postato poi su Youtube, è stato Luca Bannò, consigliere di minoranza di Sciolze e presidente dell’associazione di tartufai Trifole e Trifolé.
Cartacce, plastica, immondizia e vasi in terracotta abbandonati
“Sono venuto in questo appezzamento tra Gassino e Sciolze, vicino alla strada che porta a Collina Serra, per verificare che non siano state abbattute piante da tartufo - spiega Bannò - si vedono chiaramente, a pochi passi dalla discarica, alberi tagliati e tronchi accatastati, quindi palesemente i proprietari del terreno si stanno facendo fare manutenzione, per poi incassare dalla vendita della legna, e sanno benissimo della presenza di tutti questi rifiuti”.
Nell’arco di una 10ina di metri quadrati, non a caso, si trova veramente di tutto: vasi in terracotta abbandonati, plastica, cartacce, immondizia e gli immancabili copertoni delle auto; tutti oggetti accatastati uno sopra l’altro tanto da non riuscire nemmeno più a intravedere il sottosuolo in alcune zone.
Tra ciò che è stato abbandoonato, poi, spuntano anche oggetti più “peculiari”: cavi elettrici, una lavatrice e due grosse canne fumarie in amianto e delle onduline in eternit (verosimilmente appartenenti a una tettoia).
Le due canne fumarie abbandonate; a fianco le onduline in eternit
Ecco, un enorme concentrato di maleducazione e inciviltà immerso nel verde della collina (e pensare che ci sono anche quelli sciocchi che si battono per la tutela e il rispetto di queste zone, si vedano i vari comitati e associazioni facenti parte del MaB UNESCO).
Sulla questione amianto, poi, occorre aprire una parentesi: i privati non sono obbligati a bonificare questo materiale nel momento in cui esso non risulta danneggiato; se c’è anche solo il minimo rischio di questo pericolo, scatta l’obbligo di rimozione del materiale per legge. Se le canne fumarie e l’eternit sono stati abbandonati in un bosco, va da sé che tanto messi bene non fossero.
Una lavatrice lasciata lì, con anche alcuni cavi elettrici
By-passata completamente la procedura secondo cui dovrebbero intervenire dei professionisti (di concerto con l’ASL territoriale) per rimuovere il materiale e bonificare anche tutte le zone circostanti, in questa parte di collina si è optato per buttare lì l’amianto, lasciando a deperire e disperdere nell’aria le sue particelle e fibre cancerogene.
Luca Bannò, consigliere di minoranza di Sciolze e presidente dell'associazione Trifole e Trifolé
“Alcuni abitanti della zona mi hanno detto che quei rifiuti sono stati scaricati lí mesi fa. Ho immediatamente allertato la sindaca di Sciolze, Gabriella Mossetto, che mi ha detto che avrebbe notificato la situazione al comune di Gassino, dato che questa porzione di terreno rientra già in territorio gassinese” aggiunge il consigliere.
La palla, adesso, passa all’amministrazione di Gassino, che sarà incaricata di svolgere alcuni sopralluoghi e rimuovere quanto prima tutti questi pericolosissimi rifiuti dall’area collinare.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.