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01 Febbraio 2023 - 19:24
I vigili del fuoco eseguono i rilievi dopo l'incendio della fabbrica chimica Darmek a Scarmagno, Torino, 31 maggio 2016.ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
I fratelli Davide e Giuseppe D'Arco (avvocato Stefano Rossi)sono stati condannati questa mattina dal tribunale di Ivrea a tre anni ciascuno di reclusione per l'esplosione della ditta Darkem di Scarmagno, avvenuta il 30 maggio del 2016.
I due, considerati amministratori di fatto dell'azienda, sono finiti a processo per incendio e lesioni colpose. Le fiamme e la successiva esplosione del capannone, favorita, secondo l'accusa, da un errato stoccaggio delle materie chimiche del magazzino, avevano provocato il ferimento di nove vigili del fuoco, tre poliziotti e due carabinieri, oltre al danneggiamento di alcune abitazioni nelle vicinanze.
Nell'esplosione rimasero feriti 9 vigili del fuoco, poliziotti, carabinieri
Il giudice Antonella Pelliccia ha liquidato provvisionali per oltre 270 mila euro alle parti civili (16 in tutto). Oltre ai vigili, ai carabinieri e ai poliziotti si erano costituiti parti civili nel processo anche il Comune di Scarmagno e due proprietari di immobili rimasti danneggiati dalla esplosione.
Al Comune di Scarmagno è stata riconosciuta una provvisionale di 12 mila euro, sentenza accolta con soddisfazione dal legale dell’Amministrazione comunale, l’avvocato Andrea Castelnuovo.
Il sindaco di Scarmagno Adriano Grassino
Per la legge Cartabia, i D'Arco potrebbero sostituire il carcere con i lavori di pubblica utilità: a questa possibilità il pubblico ministero Valentina Bossi si è opposta.
La decisione verrà presa nel corso dell'udienza del prossimo 29 marzo.
Secondo la legge 150 del 2022 infatti per i reati sotto i tre anni di reclusione è possibile chiedere la sostituzione della pena in lavori di pubblica utilità.
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