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Cronaca
21 Gennaio 2023 - 16:40
Una storia tremenda, di quelle che non si vorrebbero mai raccontare. Questa mattina, sabato 21 gennaio, R. M., commerciante gassinese di 46 anni, ha tentato di togliersi la vita sparandosi in testa con un’arma da fuoco.
Siamo a Bussolino, frazione di Gassino Torinese, in strada Valle Maggiore dopo il ristorante De Filippi. Svoltando a destra dopo il locale, andando verso Rivalba, si incontra un ponticello e subito dopo c’è un prato: è proprio in questo spiazzo verde che il 46enne, questa mattina, è sceso dalla macchina e ha tentato di farla finita.
La strada a fianco al campo in cui R.M. ha tentato il suicidio
L’allarme è stato dato da un uomo che, scendendo da Rivalba, ha notato la vettura a bordo strada e una persona stesa a terra. Nel giro di poco sul posto sono arrivate le forze dell’ordine e due ambulanze. Viste le gravi condizioni, R.M. è stato trasportato d'urgenza con l'elisoccorso in ospedale a Torino, dove è ricoverato in condizioni gravissime.
Sulle motivazioni che hanno spinto l’uomo a compiere questo tragico gesto si sta ancora cercando di fare chiarezza, ma un fatto è da menzionare: nel novembre del 2017, il commerciante aveva perso la figlia 13enne, morta all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino a seguito delle ferite riportate in un incidente stradale. Quella sera, l’8 novembre, alla guida del veicolo c’era proprio lui, il padre, con la madre, un amico di famiglia e la figlia seduta sul sedile posteriore. Sulla strada provinciale 97 tra Gassino e Rivalba, la macchina si era schiantata contro un’altra auto ferma a bordo della carreggiata, finendo poi fuori strada.
La SP 97 tra Gassino e Rivalba, teatro dell'incidente del 2017
Successivamente, in fase di processo, l’uomo aveva ammesso di essere alla guida del veicolo e aveva ricevuto una condanna ad 1 anno e 8 mesi, più la revoca della patente.
Le dinamiche dell'accaduto sono ancora da accertare, ma sembra che l’uomo non abbia lasciato nessuna lettera o biglietto. Una tragedia, quella di questa mattina, che sta già stringendo la comunità gassinese, vicina alla famiglia dell’uomo adesso ricoverato.
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