Cerca

Chiaverano

"Pronto? Siamo i carabineri...", la truffa corre il filo del telefono

I falsi agenti hanno provato ad estorcere soldi a ben due persone con lo stesso metodo

truffa telefonica

"Pronto? Siamo Carabinieri...", ma è una truffa.

Sono ben due gli episodi che si sono verificati nei giorni scorsi. Ad essere prese di mira, due utenze telefoniche di Chiaverano.

Ad intervenire, mettendo tutti in guardia, è il sindaco Maurizio Fiorentini: "In questi ultimi giorni si sono verificati a Chiaverano due tentativi di truffa telefonica da parte di persone che si spacciavano per Carabinieri".

LA TENTATA TRUFFA

I falsi Carabinieri hanno telefonato dicendo che un parente aveva causato un grave incidente con colpa e richiedevano di pagare una cifra per poter "sistemare" in qualche modo la questione.

IL MONITO DEL SINDACO

"Nessuna forza dell'ordine vi chiederà mai di pagare per sistemare un incidente - mette in guardia Fiorentini -. Pertanto qualsiasi richiesta di denaro è un tentativo di truffa".

COSA FARE?

"Nel caso riceviate telefonate di questo tipo - spiega il sindaco - non date in alcun modo seguito alla richiesta, chiudete la telefonata e avvisate i Carabinieri o la Polizia di Stato".

Il sindaco di Chiaverano MAURIZIO FIORENTINI

UNA TRUFFA DIFFUSA

Sono anni che questo raggiro corre lungo i fili della rete telefonica di tutta Italia. 

Nel maggio del 2021 succedeva a Trieste. Solo grazie all’intraprendenza e alla determinazione delle persone contattate non erano andate a buon fine.

Dall’altra parte del telefono, sedicenti carabinieri riferivano di incidenti stradali causati da un parente e per il cui rilascio veniva chiesto del denaro.

GLI ARRESTI

Un'analoga vicenda aveva fatto scattare le indagini terminate nel marzo del 2022 con l'arresto di 6 persone.

La truffa era ben studiata e partiva da un call center in cui i telefonisti avevano come unico obiettivo quello di spillare soldi ad anziani o persone fragili.

Gli arresti erano stati eseguiti a Napoli, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bologna, supportati dall’Arma locale e coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli. 

L'INDAGINE

L'indagine - condotta da ottobre 2020 a maggio 2021 e scaturita da alcune truffe consumate nella provincia di Bologna – aveva già portato all’emissione di diverse misure cautelari da parte del Gip di Napoli – a seguito di dichiarazione di incompetenza del Gip di Bologna - per soggetti  indiziati di associazione a delinquere finalizzate alla commissione  di numerose truffe in danno di  vittime vulnerabili (prevalentemente anziani) con il metodo del cosiddetto “finto Maresciallo dei Carabinieri oppure del finto avvocato”.

UN METODO COLLAUDATO

Dopo aver consultato alcuni siti internet, venivano reperiti nominativi e numeri di telefono di persone che, nel ruolo di telefonisti, spacciandosi telefonicamente per “Marescialli dei Carabinieri” e “Avvocati”, rappresentavano un falso e grave sinistro stradale in cui era rimasto coinvolto un prossimo congiunto della vittima (solitamente, un figlio o un nipote), richiedendo, contestualmente, somme di denaro o preziosi da consegnare ad un complice (nel ruolo di esattore), per evitare gravi conseguenze giudiziarie.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori