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01 Febbraio 2021 - 10:37
La conferenza stampa degli inquirenti dopo il blitz in Municipio
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli ha chiesto il giudizio immediato per i quattro imputati arrestati per il giro di cittadinanze “facili” ottenute presso il Comune di Crescentino.
Lo scorso ottobre sono finiti ai domiciliari due cittadini brasiliani, titolari di un’agenzia d’affari a Verona, e due impiegati dell’Ufficio anagrafe del Comune di Crescentino. A vario titolo le accuse sono di associazione a delinquere per corruzione, peculato, falso, violenza privata. Ma ci sono anche altri 74 indagati per falso ideologico in atto pubblico, quasi tutti i destinatari delle cittadinanze, nell’operazione “Praemium”, venuta alla luce grazie ad un’indagine condotta dagli uomini della Questura vercellese coordinati dalla Procura.
L’evidenza delle prove raccolte ha convinto la Procura a chiedere subito il processo per Raphael Bussolo e sua madre Terezinha Simone Frassini e per Annalisa Aresi e Stefano Masino. I primi sono due cittadini brasiliani titolari di un’agenzia d’affari a Verona che secondo le accuse a Crescentino avevano trovato terreno fertile per avviare un giro di cittadinanze facili di cui usufruivano i loro concittadini. Tutto con la complicità di Annalisa Aresi e Stefano Masino, impiegati del Comune. Secondo le indagini, con la complicità dei due pubblici ufficiali - attualmente sospesi dal servizio - i due brasiliani avevano messo in piedi un’associazione a delinquere che ha fruttato almeno 600 mila euro dal 2018.
L’indagine era partita nell’aprile scorso con l’installazione di telecamere nascoste nell’Ufficio anagrafe che hanno ripreso quelle che secondo gli inquirenti erano bustarelle per far andare a buon fine le pratiche per le cittadinanze. Il Comune di Crescentino ha annunciato che si costituirà parte civile per le spese che ha dovuto sostenere per garantire il servizio anagrafe dopo gli arresti degli impiegati.
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