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29 Ottobre 2025 - 10:35
Luciana Littizzetto compie 60 anni: la voce che da trent’anni ci fa ridere pensando — e pensare ridendo
Luciana Littizzetto oggi compie 61 anni, e non potrebbe esserci compleanno più significativo per una donna che, in oltre trent’anni di carriera, ha trasformato la risata in una forma di linguaggio civile. Nata a Torino il 29 ottobre 1964, in una famiglia umile del quartiere San Donato, è diventata una delle figure più riconoscibili della comicità italiana. In lei convivono la professoressa di musica, la cabarettista, la scrittrice, la conduttrice radiofonica e l’attrice, ma soprattutto la voce ironica e intelligente che ha saputo parlare a un Paese intero senza mai rinunciare al proprio accento, alla propria misura e a una sensibilità profondamente umana.
La sua storia parte da lontano, da una latteria di famiglia dove ha imparato presto il valore del lavoro e della concretezza. Dopo il liceo, si diploma in pianoforte al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino e comincia a insegnare musica nelle scuole medie. Per quasi un decennio resta tra banchi e spartiti, insegnando solfeggio e canzoni ai ragazzini, mentre nel tempo libero frequenta corsi di teatro a Moncalieri. Quella doppia vita — docente di giorno, aspirante attrice la sera — segna il punto di partenza di un percorso artistico che, passo dopo passo, la porterà a reinventarsi.
Alla fine degli anni Ottanta inizia a esibirsi nei piccoli locali torinesi di cabaret. Le prime battute, i monologhi improvvisati, la capacità di parlare con un’ironia quotidiana, senza bisogno di travestimenti, la fanno notare dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Nel 1991 arriva il primo riconoscimento importante: il premio Ettore Petrolini come miglior cabarettista emergente. Da quel momento la scena teatrale e televisiva le apre le porte.
La televisione la accoglie nei programmi di satira e varietà più innovativi del tempo. Compare in “Avanzi”, su Rai 3, accanto a Serena Dandini, Corrado Guzzanti e Sabina Guzzanti, e in seguito in “Cielito Lindo” e “Zelig”. Il pubblico scopre una comica diversa, lontana dagli stereotipi femminili che la televisione tendeva a proporre. Littizzetto è minuta, rapida, tagliente, con una voce che alterna tenerezza e sarcasmo. Il suo humor nasce dal linguaggio, dal corpo, dal ritmo del parlato piemontese che diventa subito familiare a tutti.

Negli anni Novanta crea alcuni dei personaggi più celebri della comicità italiana, come Sabrina, la cassiera logorroica e sfrontata che ripeteva “Minchia, Sabbry!”, o la pianista Nives, caricatura affettuosa di un mondo musicale borghese e disilluso. Personaggi nati dalla strada, dal supermercato, dalle sale da musica di provincia. È la comicità dell’osservazione: Littizzetto non inventa mondi fantastici, ma restituisce con lente ironica il linguaggio e le ossessioni del quotidiano.
Parallelamente al successo televisivo arriva anche il cinema. Recita in film come Tutti giù per terra e Tre uomini e una gamba, fino ad approdare a ruoli più strutturati in commedie d’autore come Se devo essere sincera e La passione di Laura. Il suo talento naturale le consente di passare con disinvoltura dal cabaret alla recitazione, dalla risata immediata alla costruzione più sottile del personaggio.
Ma è con l’arrivo al fianco di Fabio Fazio che Luciana Littizzetto diventa un volto familiare a milioni di italiani. Dal 2005 entra stabilmente nel cast di “Che tempo che fa”, e la sua presenza cambia il tono della trasmissione. I suoi monologhi di fine puntata diventano un appuntamento fisso, un piccolo rito collettivo. Con ironia e lucidità, commenta l’attualità politica, le notizie più assurde, la quotidianità degli italiani. Non fa satira di potere in senso aggressivo, ma costruisce una satira umana, che colpisce l’assurdo e il ridicolo con intelligenza.
Negli anni costruisce un rapporto di complicità assoluta con il pubblico e con Fazio. Le sue battute, la gestualità, la rapidità delle risposte diventano una firma. È una comicità femminile ma mai “per signore”: è universale, radicata nella lingua e nella realtà. Per molti spettatori, la Littizzetto è la voce che riesce a dire ciò che pensano tutti, ma con la grazia di chi conosce il peso delle parole.
Accanto alla televisione, coltiva la radio e la scrittura. Conduce per anni “La Bomba” su Radio Deejay, dove la sua ironia incontra un pubblico più giovane e diretto. Scrive libri di grande successo, spesso raccolte di monologhi e riflessioni umoristiche, come Sola come un gambo di sedano, L’incredibile Urka e Madama Sbatterflay. Nei suoi testi, la comicità si intreccia alla sensibilità di una donna che racconta la quotidianità con tenerezza, rabbia e ironia: la famiglia, la scuola, i figli, l’amore, la fatica del vivere moderno.
La sua carriera dimostra come la comicità possa essere una forma di resistenza e di cultura. Littizzetto non ha mai scelto la via più facile. Ha costruito la sua popolarità senza rinunciare all’intelligenza, difendendo il diritto di far ridere parlando anche di temi scomodi: le discriminazioni, la condizione femminile, la burocrazia, il linguaggio politico. In un Paese dove le donne comiche hanno sempre dovuto faticare per essere prese sul serio, lei ha cambiato le regole del gioco.
Negli ultimi anni è stata anche giudice di “Tú sí que vales” su Canale 5, dove ha portato la sua ironia gentile e corrosiva nel mondo del talent show. Nel frattempo ha seguito Fazio nel passaggio di “Che tempo che fa” sul canale Nove, confermando un sodalizio professionale che dura da quasi vent’anni. Sempre fedele al suo stile, ha continuato a usare l’umorismo come lente attraverso cui guardare il Paese.
Oggi, mentre compie sessant’anni, Luciana Littizzetto è molto più di una comica: è una narratrice dell’Italia contemporanea, una donna che ha saputo crescere e cambiare restando sé stessa. Le sue origini torinesi, il suo lessico asciutto, la sua umanità senza affettazione hanno fatto di lei una voce autentica, mai costruita.
In un panorama mediatico spesso dominato dall’urgenza di apparire, Littizzetto ha preferito restare riconoscibile. Ha attraversato decenni di televisione senza perdere spontaneità, restando fedele a una comicità che nasce dall’osservazione, dall’empatia e dal dubbio. È questa, forse, la chiave del suo successo: la capacità di far ridere senza semplificare, di criticare senza distruggere, di commuovere senza cadere nella retorica.
Sessant’anni dopo quella bambina che suonava il pianoforte in una casa modesta di Torino, Luciana Littizzetto è ancora lì: un po’ maestra, un po’ ragazza di quartiere, un po’ filosofa per caso. E continua a insegnarci che ridere, quando lo si fa bene, è un atto di intelligenza e di libertà.



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