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27 Agosto 2025 - 11:37
Kubheka abbatte il muro delle 6 ore sui 100 km a Nardò: record, tecnologia e domande
Alle prime luci di martedì 26 agosto il sudafricano Sibusiso Kubheka, 27 anni, ha scritto una pagina di storia dello sport correndo 100 chilometri in 5 ore, 59 minuti e 20 secondi sul circuito automobilistico di Nardò, in Puglia. Mai nessuno era riuscito a scendere sotto la barriera delle sei ore: il precedente primato apparteneva al lituano Aleksandr Sorokin, battuto di oltre sei minuti. L’impresa, ribattezzata “Chasing 100”, ha avuto un forte impatto mediatico, ma gran parte dell’attenzione si è spostata sulle calzature utilizzate dall’atleta, le nuove Adidas Adizero Evo Prime X, sviluppate e adattate su misura per l’evento.
Alla corsa hanno preso parte anche altri nomi di spicco come il giapponese Jo Fukuda, lo statunitense Charlie Lawrence e l’etiope Ketema Negasa, senza però riuscire a infrangere la soglia delle sei ore. Kubheka ha mantenuto una media di 3 minuti e 36 secondi per chilometro, un ritmo che la gran parte dei runner amatoriali non riuscirebbe a tenere neppure per poche centinaia di metri.
L’operazione richiama da vicino precedenti iniziative della concorrenza: Nike aveva fatto parlare di sé con esperimenti simili, come la maratona sotto le due ore di Eliud Kipchoge nel 2019 e i tentativi della mezzofondista Faith Kipyegon. In tutti questi casi, si tratta di record non ufficiali, ottenuti in condizioni ottimali create ad hoc: percorsi chiusi e regolari, temperature controllate, supporti tecnici avanzati e attrezzature fuori dagli standard consentiti nelle competizioni regolamentate da World Athletics. Le scarpe di Kubheka, con una suola particolarmente alta e potenziata, rientrano infatti tra i modelli non ammessi nelle gare ufficiali.
Il risultato resta straordinario, soprattutto per un atleta che non era considerato tra i migliori ultramaratoneti a livello mondiale. Il suo miglior tempo sulla mezza maratona, 1 ora, 1 minuto e 36 secondi, non lo collocava tra i fuoriclasse della disciplina. Eppure, grazie al connubio tra preparazione e tecnologia, Kubheka è riuscito a centrare un primato che segna una nuova frontiera per la corsa di resistenza.
La giornata di Nardò, più che un evento sportivo, è stata una poderosa vetrina di marketing, alimentando il dibattito su quanto i limiti umani possano essere spostati dall’allenamento e quanto invece da strumenti progettati dalle grandi multinazionali dello sport.
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