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“Non lo trovo di buongusto”: Alba Parietti attacca e rischia la querela di Raoul Bova

La showgirl critica l’attore e l’avvocata Annamaria Bernardini de Pace, voci di azioni legali in arrivo

Alba Parietti attacca e rischia la querela di Raoul Bova

Alba Parietti attacca e rischia la querela di Raoul Bova (foto profili IG)

Il “caso Raoul Bova” potrebbe allargarsi e coinvolgere anche Alba Parietti. La showgirl, in vacanza, ha deciso di dire la sua sul “non-gossip” dell’estate, ovvero una vicenda privata che, complice la curiosità del pubblico, è finita sotto i riflettori mediatici. Un’uscita social che, secondo indiscrezioni, non sarebbe stata gradita dall’attore, tanto da valutare una possibile querela nei suoi confronti.

La Parietti, dal lettino in spiaggia, ha commentato su Instagram i presunti tradimenti attribuiti a Bova, finiti in cronaca rosa: «Raoul Bova mandando quel messaggio non ne è uscito benissimo ed è incappato in un’approfittatrice, una creti*a che pensava che utilizzando un’informazione privata potesse diventare famosa».

 

Poi, il passaggio più critico: «La cosa che più mi lascia perplessa è perché Raoul Bova in un momento come questo invece di prendersela con se stesso o con gli altri personaggi coinvolti, non ha avuto la classe di difendere l’immagine di sua moglie e dei figli? Davanti ad un errore così palese io l’avrei ammesso, e sarei dispiaciuta che venga coinvolto il padre dei miei figli».

Non solo parole per l’attore, ma anche per Annamaria Bernardini de Pace, avvocata e ex suocera di Bova, scelta per difenderlo legalmente: «Conosco Annamaria Bernardini de Pace e so che disse quando sua figlia venne tradita… Non mi fare causa per questo Annamaria, ma io non ti avrei mai scelta, e io al posto tuo non avrei mai difeso il mio ex genero, non lo trovo di buongusto».

Un doppio affondo che, secondo le stesse “voci di corridoio”, avrebbe irritato non poco la controparte, al punto da valutare un’azione legale. Nessuna conferma ufficiale per ora, ma la tensione resta alta e il botta e risposta social potrebbe presto lasciare spazio a un’aula di tribunale.

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