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25 Novembre 2019 - 14:08
“75 anni fa, esattamente il 17 novembre 1944 - ha ricordato il Sindaco di Corio, Susanna Costa Frola - in questo luogo avvenne una tragedia conosciuta come l’eccidio del Cudine. In questa piccola borgata tra le montagne, furono trucidate 33 giovani vite”. Tra i 17 e 32 anni, partigiani - di cui 12 carabinieri- che avevano scelto la Resistenza in montagna dopo l’8 settembre ‘43. Con loro uccisi anche un gruppo di civili. Nella notte tra il 16 e 17 novembre una colonna di nazifascisti, risalita da Lanzo, colse di sorpresa i partigiani e li massacrò: crudeltà testimoniata da scritti del comandante Aldo Giardino e dal giovane Nanni Savant.
Erano nati nei paesi vicini, come Balangero, Robassomero, Nole, Leinì, oltreché Torino e in varie zone d’Italia. Anche per sensibilità che lega il territorio, erano presenti alla commemorazione l’Arma dei Carabinieri e molti gonfaloni e Sindaci: Lanzo, Balangero, Traves, Germagnano, Cafasse, Coassolo, Robassomero, Nole, Caselle, Forno, San Maurizio accanto a rappresentanti Anpi del Canavese e delle Valli. Quest’anno due partecipanti da Serra San Quirico (Ancona): Ivana Papa, nipote di un martire, col figlio. In famiglia conservano la lettera inviata dal cappellano don Bertola, da Corio il 25 aprile 1945, con dati sulla morte e sepoltura dello zio Ivo Papa. Seguendo sul web le notizie della zona, sono giunti alla cerimonia per avvicinarsi al fatto, entrato nella loro storia.
Fatto avvicinato anche dagli studenti delle classi II e III della Scuola secondaria di primo grado di Corio. Con poesie dei comandanti partigiani Davide Lajolo e Walter Azzarelli, della combattente Tullia De Mayo e della staffetta partigiana Maria Airaudo. Con riflessioni e azioni di quei giorni, in ricerca paziente, guidati dai loro insegnanti. Lo ha sottolineato il Sindaco, ringraziando gli intervenuti e in particolare l’oratore ufficiale. Presentato da Stefano Bona, coordinatore dell’Anpi di zona e membro della Segreteria provinciale, ha preso la parola l’avvocato Giuseppe Niedda, parlamentare nella XIII legislatura. Risalendo incisivo dall’8 settembre’43 ai giorni nostri, “Siamo grati alla Resistenza - ha concluso- premessa al referendum del 2 giugno ‘46 e al complesso lavoro per la Costituzione, nella libertà. Oggi nella storia travagliata, migliaia di nostri militari operano ancora per la pace: in Irak, Etiopia, Serbia, Libia... Sentiamoci grati. Chiamati al servizio, facendo bene là dove operiamo”.
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