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We are cemento armato

We are cemento armato
Sono giovani, caparbi, intraprendenti e con tanta voglia di fare i ragazzi dello studio di registrazione Rabbit House di Torino, fondato a luglio 2012 da Marco “Mad’s Melodies” Serra e Luca “Pain” Rigon che, hanno deciso di lanciarsi in questa grande impresa artistica, investendo sul rap e sulla loro musica. Al team si sono aggiunti in un secondo momento Mattia “Mene” Menegazzi e Gianluca “Jack” Coppola, con i quali, i ragazzi del Rabbit, hanno creato al progetto “We are cemento armato”. L’intento di “We are” è quello di offrire visibilità agli artisti più talentuosi del Rabbit House. “Non è un collettivo, non è un gruppo e non è un’etichetta ma è una vetrina vera e propria, dove i ragazzi più meritevoli vengono prodotti da noi e inseriti in questo grande progetto” -puntualizzano- “Prima nasce il pezzo, poi in conformità a questo, pensiamo a chi dei nostri artisti potrebbe renderlo al meglio e portarlo al top”. In totale, per ora, sono quattro i pezzi lanciati con il progetto di We are cemento armato: l’Anthem, Più in là, Cento giorni e Work Hard, dove a partecipare, sono stati molti ragazzi di Torino e cintura. Proprio in due di questi brani un ragazzo chivassese si è fatto notare per le grandi doti canore ed espressive dimostrate, parliamo di Emanuele “Deem” Degiovanni. Classe 1994 gli amici del Rabbit esprimono su di lui solo belle parole: “E’ un ragazzo d’oro, con tanto cuore e umiltà. Sul piano tecnico poi, è fortissimo, scrive anche pezzi suoi molto profondi e introspettivi, qualità e abilità sicuramente rare in un ragazzo così giovane”. Emanuele ha iniziato a registrare i suoi brani a casa di un amico, da lì il salto alla Rabbit House è stato breve. “E’stata ed è un’esperienza incredibile, ho conosciuto persone splendide. La paura e l’inesperienza pensavo mi potessero bloccare all’inizio, invece, i ragazzi del Rabbit hanno saputo tirare fuori il meglio da me”. –sottolinea Emanuele “Alla base del nostro rapporto di stima c’è una sincerità disarmante, se faccio schifo me lo dicono senza peli sulla lingua, e questo nel nostro mestiere è importantissimo, ti permette di rimanere lucido e concentrato, senza affrettare le cose e di conseguenza senza bruciare le tappe”. Emanuele è presente nel brano Anthem e in Cento giorni. Il primo è un testo “più cattivo, più arrabbiato” dove gli artisti del Rabbit rispondono con grinta alle accuse di chi li addita, essere la casa discografica degli “scarsi”. “Abbiamo alterato un equilibrio e quando lo si fa, si suscita solo invidia nelle persone con mentalità ristretta, ma a noi va bene così, è solo pubblicità guadagnata, parlano i numeri poi, abbiamo grande richiesta”. - puntualizzano i ragazzi -. Il secondo brano invece, è “più riflessivo, più melodico”, dove Emanuele si è sentito più a suo agio “i cento giorni sono quei momenti in cui non ti passa più, quando la tua mente non fa altro che produrre fisime mentali e noi in quel brano abbiamo parlato di quel che proviamo quando tutto diventa più difficile”. Da qui in avanti il sogno di Emanuele è di continuare con il progetto di "We are cemento armato" e di produrre un EP con un video ufficiale. “Non voglio affrettare i tempi, ho già scritto qualcosa di mio ma non è ancora all’altezza, voglio maturare artisticamente prima di buttarmi da solo in questa impresa”. - aggiunge Emanuele - “Il progetto più grande per ora rimane quello che ho incominciato con i ragazzi di We are e del Rabbit, stiamo incominciando a proporre collaborazioni interne fra noi per valorizzare al massimo i nostri brani e per produrre qualcosa di orginiale”. All’ultimo riusciamo a strappare a Emanuele qualche anticipazione su di un progetto in cantiere “Io e Mad’s stiamo lavorando a un singolo molto interessante e introspettivo e perché no anche “cattivello”, parla di un amore finito, e non aggiungo altro. Staremo a vedere quello che questi grandi artisti riusciranno a tirare fuori da me e da tutti i ragazzi di we are ma so già che sarà qualcosa di grande anche solo umanamente parlando”.
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