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25 Maggio 2014 - 17:27
Mercoledì 7 maggio, presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cn), si sono discusse le tesi degli studenti del corso di Laurea Magistrale in Promozione e Gestione del Patrimonio Gastronomico e Turistico. Tra i neolaureati anche due eporediesi: Valéria Ganio Vecchiolino ed Andrea Zucchetti. Entrambi hanno dato risalto alla realtà vitivinicola del Canavese.
Valérie Ganio Vecchiolino, 25 anni, residente a Colleretto Giacosa, ha discusso la tesi “Il nebbiolo di Carema – Proposta di un Presidio Slow Food per salvaguardare un paesaggio rurale e un vino tradizionale a rischio di estinzione”: un approfondito lavoro che ha coinvolto la Comunità caremese, accompagnato dall’ambizioso progetto di rendere il vino Carema Presidio Slow Food, con risvolti promozionali per il territorio. Con questa tesi la giovane ha concluso il percorso di studi con il massimo dei voti (110/110 e lode) e ha stimolato l’Associazione Slow Food a finanziare il progetto dedicato al nebbiolo di Carema.
"Agli inizi del Novecento – scrive Ganio Vecchiolino - il vino costituiva per i caremesi un’importante risorsa: una delle maggiori fonti di lavoro e di ricchezza ma anche sinonimo di condivisione di gioie e di dolori, allegria durante le feste, accoglienza e omaggio per l’ospite. Il forte legame ha consentito al vino di essere identificato con il nome del luogo di origine. Tra le attività intraprese: il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata (DOC), ottenuto nel 1967, e la costituzione della Società Cooperativa denominata Cantina dei Produttori Nebbiolo di Carema. Attualmente i vignaioli affrontano numerose difficoltà proprie di un’eroica viticoltura di montagna, che le giovani generazioni non sembrano essere più disposte a sfidare: l’impegno lavorativo esclusivamente manuale della terra, la difficile accessibilità ai terreni, i costi elevati di gestione dovuti alla frammentazione delle proprietà per passaggi ereditari, il dispendio di manodopera per l’allevamento a pergola, i problemi di inserimento del vino sul mercato locale, la scarsa remuneratività, ecc. Molti anziani viticoltori non hanno discendenti a cui insegnare i segreti del mestiere e si trovano costretti ad abbandonare, con grande sofferenza, qualche vigneto. La tradizione del vino a Carema non si è persa del tutto, ma si trova a fronteggiare il rischio potenziale della sua estinzione. Si propone quindi la realizzazione di un Presidio: un progetto dell’associazione Slow Food, fondata da Carlo Petrini, con l’obiettivo di opporsi al processo di standardizzazione dei gusti, delle culture e del potere dell’industria agroalimentare, promuovendo la cultura del cibo buono, pulito e giusto. L’istituzione di un Presidio rappresenta l’inizio di un percorso di valorizzazione della realtà che si è scelta di tutelare offrendo assistenza tecnica ai produttori, aiutandoli nella comunicazione per migliorare la loro autostima e i loro guadagni, creando un nuovo mercato, proponendo la partecipazione a eventi enogastronomici di portata mondiale, ecc. Il Presidio del nebbiolo di Carema è pensato per la valorizzazione del vino tradizionale al fine di salvaguardarne la produzione e il paesaggio, coinvolgendo i produttori in un percorso per una produzione maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e socio-culturale".
Andrea Zucchetti, 26 anni, nato ad Ivrea e residente a Torino, ha discusso invece la tesi dal titolo “Cantine sociali nel Canavese e nella Valle d’Aosta: modelli di business a confronto”: un’attenta e dettagliata analisi delle realtà produttiva vinicola del territorio canavesano e valdostano che ha visto protagoniste le Cantine sociali con elementi di confronto utili per migliorane l’attività e per comprenderne le potenzialità del business.
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