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29 Giugno 2018 - 11:40
Nella cornice bucolica dei boschi di Borgata Pich. Là, lungo la Stura, al confine tra Ciriè e San Maurizio, è stato posizionato il nuovo pilone votivo nell’ambito del progetto “Pilun” lanciato dall’artista Angelo Barile e dallo scrittore e giornalista Luigi Bairo.
Una collaborazione avviata con la famiglia Novero e in particolare con Pietro Novero, che ha tagliato e preparato il grande tronco che ospita le icone dei santi. Ma anche con la famiglia Caudera che ha concesso l’uso del terreno, con Paolo Caudera che ha realizzato il tetto dell’edicola e la particolarissima croce in ferro posta sulla sommità. E poi con l’artista romana Debora Malis, che ha realizzato le ceramiche. In tanti, nel tardo pomeriggio di sabato scorso, si sono incontrati davanti al pilone. C’erano, tra gli altri, il vice sindaco Aldo Buratto, i consiglieri comunali Franco Silvestro e Davide D’Agostino, l’ex consigliere regionale Giancarlo Novero, l’ex assessore Cinzia Franza, l’ex consigliere ciriacese Ivo Picco.
“Una delle caratteristiche del progetto “Pilun” per me più stimolanti è la continuità fra l’arte popolare in senso tradizionale e l’arte neo pop - ha detto Malis -. Ho eseguito dei Santi giovinetti, quasi bambini, per suscitare maggiore empatia nei loro confronti sottolineando il loro essere tramite tra l’umano e il divino. Ho rappresentato i tre Santi con i loro tradizionali attributi ma ho cercato per ognuno di loro un piccolo elemento narrativo per rendere più comunicativa ed in qualche modo più ironica la visione. San Maurizio è caratterizzato dall’armatura e lo scudo crociato, inoltre viene spesso rappresentato con la lancia del Destino che, la leggenda vuole, egli portasse in battaglia. Nella mia interpretazione lascio che quella stessa lancia lo trafigga a simboleggiare il martirio come imitazione di Cristo. San Ciriaco è caratterizzato dalla palma del martirio, dal libro degli esorcismi e dal demone che egli tiene alla catena che, nel mio caso, diviene una testina di diavolo piuttosto stilizzata così da sembrare più una proiezione intellettuale che un demone dell’inferno. Gli attributi di San Gregorio taumaturgo sono la mitra e il bastone pastorale, l’ho immerso nell’acqua perché la leggenda vuole che salvò il paese di Robassomero fermando la piena del fiume piantando il bastone nel suolo”. Anche il nuovo pilone, come gli altri che rientrano nel progetto Pilun, ha la sua iscrizione in latino: “Procul venimus, hic in silva domum invenumus, omnia audimus. Insiste, viator, verba nemoris ausculta et iter tuum narra”. Tradotto in italiano: “Veniamo da lontano, qui nella foresta abbiamo trovato casa, tutto sentiamo. Fermati, viandante, ascolta le parole del bosco e racconta la tua storia”.
E infine la musica, che sta diventando un elemento sempre più importante nel progetto con “Pilun Ham”. Tutti i piloni che entrano a far parte del progetto avranno infatti un codice qr attraverso il quale il visitatore potrà acoltare il brano associato. Il nuovo pilone dei Pich ha ricevuto una colonna sonora dal titolo Natura Votiva realizzato da Roberto “Furfi” Bagaini, in arte Omegaliquido. Un musicista residente ai Pich, che è anche uno dei componenti della band torinese IFasti.
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