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10 Novembre 2017 - 08:53
Di qua il salame di turgia, di là la Toma di Lanzo. Qualche fustino di birra, qualche litro di vino. Se va bene una bella grigliata mista, con tanto di patatine fritte per i golosi. E magari un bel concertino, un po’ di musica rock come i vecchi tempi. Bada bene, senza dimenticare i convegni e gli incontri di politica, perché tutto il resto è di contorno. Anche se il contorno, qui, è quel qualcosa in più che crea senso di comunità.
Parte da queste premesse il Partito Democratico della città dei D’Oria. Dopo più di dieci anni dall’ultima volta, quando il Pd ancora neanche esistiva, i dem organizzeranno nuovamente la Festa dell’Unità.
Se n’era occupato, l’ultima volta, Giorgio Perello, ex segretario Ds. Quel Perello che ancora oggi sta nella segreteria del Pd.
Adesso il segretario è Giuseppe Lozito. “Servirò ai tavoli? E perché no, certo che sì - sorride -. È tradizione che il segretario serva ai tavoli, magari anche con il cappello da cuoco”. Insomma con questo “ritorno alle origini” ne vedremo delle belle. Ma proprio delle belle. Lozito con il suo cappello da cuoco, Francesco Brizio che corre da un tavolo all’altro per prendere le ordinazioni, Federico Ferrara con le presine che toglie la carne dal fuoco, Gianni Palermo che impiatta il turgia e con loro tutti gli altri esponenti del Pd, o quasi. Ognuno col suo ruolo, senza sbavature, in un meccanismo preciso preciso da catena di montaggio.
Ecco, proprio di qui passa la voglia del partito di tornare tra la gente, in piazza. Farsi vedere vivi e vegeti, nonostante la sconfitta elettorale con la Devietti, nonostante l’ultimo anno e mezzo di immobilismo, nonostante i mal di pancia di alcuni per la mancata riconferma a segretario di Ruggero Vesco. E chissà Vesco, alla festa, se cucinerà con tutti gli altri, tra grasse risate, o se se ne starà un po’ in disparte, indispettito, con il suo piattino a smangiucchiare al fianco dei soli fedelissimi.
Ecco, tutto questa sarà la Festa dell’Unità. E tanto altro.
In passato c’era anche la festa dell’Amicizia, organizzata dalla Dc. Adesso, come a livello nazionale, il gruppo è unito - si fa per dire - e la festa è una sola.
“Abbiamo deciso di riportarla in auge - spiega Lozito -. È un’occasione importante per riportare il dibattito in città, anche attraverso l’invito di esponenti politici regionali e nazionali. Si tratta di una formula di coinvolgimento che ha sempre funzionato, riteniamo sia corretto riproporla”. Il nuovo segretario del Pd sottolinea che la kermesse non riguarderà solo Ciriè. “La festa - aggiunge - vuole coinvolgere anche il ciriacese, le Valli di Lanzo e tutto il territorio che sta intorno alla nostra città. Sarà un’occasione per poter rincontrare persone che non vedi normalmente a Ciriè, un’occasione per discutere e dialogare insieme”.
Insomma quando ci si siede al tavolo, con la pancia piena e il terzo bicchiere di vino vuoto, dialogare è sempre più facile. E chissà che proprio dalla Festa dell’Unità non possano nascere i presupposti per quel “super coordinamento” tra i circoli Pd del territorio che Lozito, l’abbiamo capito, ormai si sogna anche la notte.
Detto questo, c’è tutto il tempo per organizzare. “Abbiamo in mente di fare la festa tra maggio e giugno - prosegue Lozito -. Stiamo pensando ad almeno due o tre giorni di festa, ma stiamo ancora imbastendo tutto. Ci sono tante idee, una vicina all’altra, che devono trovare un riscontro vero”.
C’è un unico problema: in primavera ci saranno quelle maledette (o benedette?) elezioni politiche. Come dire, delle due l’una. “Ci sarà un po’ di spensieratezza in caso di vittoria - conclude il segretario Pd - un po’ meno in caso di sconfitta”.
E se c’è chi fa dell’allegria il suo pane quotidiano, c’è già chi prepara gli ombrelli per ripararsi dai lacrimoni..
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