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07 Novembre 2017 - 19:12
Ospedale di Ciriè
Ogni bambina vede il proprio padre come una sorta di supereroe. Ma Jasmine, una bimba di 6 anni di Ciriè, fra qualche anno potrà gridarlo tranquillamente ai quattro venti che suo padre è un eroe.
Perché Yoness Nahdi, operaio di 32 anni di origine marocchina ma da anni residente nella città dei D’Oria, ha compiuto quasi un miracolo. Ha salvato sua figlia, che poco prima aveva ingerito inavvertitamente quella che solo dopo diverse ore si scoprirà essere una pila di un orologio, portandola da solo al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino, dopo che in quello di Cirié l’avevano dimessa dicendogli di andare da solo a Torino perché non ci sarebbe stata un’ambulanza a disposizione e che la situazione era molto seria per sua figlia.
Tutto avviene a metà della scorsa settimana, quando Yoness si accorge che la sua piccola non sta bene.
“Dopo qualche ora di attesa - racconta l’uomo - i medici le fanno una radiografia e vedono un oggetto nella trachea. Poi mia figlia ha iniziato a peggiorare, iniziando a vomitare. Il medico dice in pochi secondi che non c’è tempo da perdere e di andare d’urgenza al Regina Margherita perché non potevano fare nulla e di andare da solo a Torino”.
E qui nascono i problemi, perché non c’era alcuna ambulanza a disposizione “e così sono dovuto andare da solo. Ho chiesto aiuto a chi aveva più esperienza di me, visto che non sapevo neanche dove fosse questo ospedale a Torino. E loro, di tutta risposta, mi hanno solamente fornito dei guanti di lattice e dei coprivestiti e delle traversine da sedile per evitare che si sporcassero per via del vomito”.
E in quel drammatico tragitto, Yoness ha dovuto per ben tre volte fermarsi a bordo strada, lungo la tangenziale di Torino, per rianimare la figlioletta: “Lei era seduta nel sedile posteriore, ogni tanto vomitava e poi smetteva di rispondere, come se fosse svenuta. Per questo motivo mi fermavo e la rianimavo”.
Una volta arrivato al Regina Margherita, Jasmine è stata immediatamente ricoverata e portata in sala operatoria. In quattro giorni è stata operata due volte, perché quella pila ha rilasciato dell’acido che le ha danneggiato i tessuti. Per fortuna, però, non è in pericolo di vita ma la prognosi rimane riservata.
Questa incredibile vicenda, però, avrà uno strascico legale. Yoness, infatti, ha denunciato l’ospedale di Cirié e il medico che l’ha visitata.
“Voglio andare a fondo - afferma il 32enne operaio di una ditta di Borgaro, assistito dall’avvocato Michela De Girolamo del foro di Torino - Vorrei semplicemente che quanto è successo a me e mia figlia non accada mai più in nessun ospedale d’Italia. Per fortuna la mia piccola sta meglio rispetto a qualche giorno fa. Ma probabilmente, se fossero state attuate tutte le procedure del caso e se mi avessero fornito un’ambulanza quando l’ho richiesta, si sarebbe evitata la seconda operazione, quella per togliere dalla trachea gli acidi della pila”.
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