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03 Agosto 2016 - 14:36
Delle due, l’una. Secondo D’Agostino: “O è un esercizio di forza da parte dell’Amministrazione, o lo è da parte della Chiesa”.
Il proposito del sindaco di Ciriè Loredana Devietti era quello di rivitalizzare la patronale di San Ciriaco, nonostante i tempi stretti. Sicuramente è riuscita a rivitalizzare la minoranza dal torpore estivo. I consiglieri di opposizione, infatti, incendiano la polemica.
Questo per via del programma dei festeggiamenti, che prevede una processione con la statua di San Ciriaco che farà tappa nel palazzo comunale, dove ci sarà un momento di rinfresco. Secondo la minoranza, però, i due momenti “dovevano essere separati”. Insomma, nel piccolo di Cirié, dice la minoranza: libera Chiesa in libero Stato.
“Si possono dare due interpretazioni alla questione - dice Davide D’Agostino, consigliere di Insieme per la Città -. Si può pensare che succeda come al sud con le case dei boss, ovviamente con gli opportuni distinguo: in questo caso la statua del santo si inchina alla nuova amministrazione, come per sancire il prestigio di chi esercita il potere sul territorio”.
La seconda interpretazione? Nasce dal fatto che sia stata proprio la parrocchia a proporre la processione. “Se non è un esercizio di forza da parte dell’Amministrazione - spiega il consigliere di opposizione - lo è da parte della Chiesa, che viene nella casa comunale a marcare il territorio”.
In ogni caso “bisogna tenere sempre separato l’ambito religioso e quello politico”.
I consiglieri hanno anche ricevuto personalmente l’invito a partecipare alla messa, alla processione e al momento conviviale. “La questione non è prioritaria, ma suscita un sorriso - sottolinea il consigliere del Movimento 5 Stelle, Franco Silvestro -. Sembra quasi che sia la Devietti ad officiare la messa”. Secondo il grillino, però, non è da sottovalutare il discorso relativo alla sensibilità politica della vicenda. “Per me è una cosa ovvia distinguere i due ambiti, ma ho paura che per la maggioranza non sia così - prosegue Silvestro -. Ho paura che abbiano un’impostazione mentale che vede come normale questa vicinanza tra politica e religione. D’altronde la Devietti proviene dall’Udc, una parte politica molto vicina alle aree religiose”.
“Il sindaco che invita alla messa è una cosa che non ha senso, mica l’ha organizzata lei - conclude D’Agostino -. Il sindaco dovrebbe invitare solo al momento conviviale, alla parte più laica dei festeggiamenti, poi la scelta di partecipare o meno alla parte religiosa spetta alla sensibilità di ognuno”.
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