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CIRIÈ. Chiappero: Vesco sindaco affiancato da Capasso

Luigi Chiappero, 60 anni, è stato sindaco di Ciriè dal '97 al 2006. Ha guidato la città dei D'Oria prima dell'era Brizio, quando il Partito Democratico non esisteva ancora e a capo dell'Amministrazione c'erano DS, Popolari e Verdi. "Ma sono sempre andato d'accordo con Rifondazione Comunista" aggiunge lui. 

"Al mio fianco avevo grandi personalità - ricorda -. Pasquale Cavaliere, Gino Latorraca, Saverio Cascone, Marita Peroglio, Ruggero Vesco, Paolo Ballesio, Alessandro Risso, ma anche Aldo Buratto. Avevo persino portato un ingegnere in politica, Giulio Modena. A quei tempi c'era Sergio Tedeschi come presidente del Troglia, uno che ha fatto grandi cose. Insomma, sono stato fortunato: avevo una grande squadra. All'opposizione c'era gente come Giuseppe Garrone, l'ex sindaco Ezio Genisio, nonché Gianfranco Novero e Ivo Picco".

Una vita, quella di Chiappero, dedicata al lavoro da avvocato, con incarichi di notevole importanza, da sempre nel campo del penale. Senza dimenticare un prestigioso incarico nel consiglio di amministrazione della Juventus.

Chiappero, ci dica le cose più importanti realizzate durante i suoi anni di Amministrazione.

All’epoca mi piaceva dire che eravamo "ciriaccesi", con due c. Si può fare una piazza in più o in meno, ma quello che conta è la qualità del vivere. Sentivo vivo il tessuto sociale, avevo nei dipendenti persone che avevano capito di essere al servizio della città, avevo associazioni che rendevano viva la vita cittadina. Ho sempre puntato molto sulla politica intesa come il mettere insieme persone condividendo obiettivi, possibilmente con entusiasmo.

Da quando lei non è più sindaco, Ciriè è cambiata in meglio o in peggio?

Non sta a me dirlo, ma penso che Ciriè abbia continuato e continui ad essere una cittadina ambita per la qualità della vita che offre. 

Anche se ha perso una serie di servizi?

Questo non può essere ascritto a chi sta sul posto, ma è legato ad una serie di situazioni che possono dipendere da scelte amministrative di livelli superiori, non di competenza della singola realtà cittadina.

Cosa manca a questa città?

È una domanda che mi coglie impreparato, perché è da un po' di tempo che non seguo più le dinamiche di Ciriè. Questo perché ho sempre creduto nel fatto che la politica debba rinnovarsi: io ho fatto i miei anni e ho lasciato. Credo sia giusto che quelli che vengano dopo possano fare le cose senza condizionamenti, nel bene o nel male, anche sbagliando. Credo che il ricambio sia fondamentale, l'ho praticato. 

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati dalle parole d'ordine "patto di stabilità" e "spending review". Partendo da questo presupposto, secondo lei Brizio ha amministrato bene?

Credo che Brizio abbia amministrato bene compatibilmente con le maggiori difficoltà che ha incontrato rispetto a quelle che ho incontrato io. In passato c'erano maggiori disponibilità. 

Come dovrebbe essere il prossimo sindaco? Ci tracci un identikit...

È difficile esprimere un sindaco se dietro non c'è una squadra affiatata di persone che si occupano di politica. Il problema è che la legge sul sindaco, utilissima in passato, a lungo andare ha provocato una restrizione del numero delle persone che si occupano di politica, perché decidono in pochi. Il sindaco, se è bravo, rimane in carica dieci anni. Non avere la possibilità di cambiarlo fa sì che non si discuta tanto dei problemi. Trent'anni fa sindaco e giunta si cambiavano ogni sei mesi, ora ogni dieci anni. Si finisce a discutere di politica solo sei mesi prima delle elezioni, per le campagne elettorali, e non fa bene. Auspicherei per Ciriè un sindaco che non duri dieci anni, ma solo 5, e che dopo ci sia un ricambio. Un'ottica che consentirebbe la discussione anche sui programmi, non solo sulle persone. 

Cosa dovrebbe fare, il sindaco, per prima cosa?

Dovrebbe assicurarsi di avere intorno a sé un gruppo di persone che conoscono la città e che sono esperte di amministrazione. Essere un bravo sindaco significa avere qualità di mediazione, di attenzione.

Il sindaco dovrebbe per prima cosa occuparsi di andare d'accordo e di mettere insieme i primi cittadini di San Maurizio, Caselle e Borgaro per rifare asse con Torino in maniera importante, e per evitare che i ciriacesi, per raggiungere la Metropoli, debbano passare necessariamente per Robassomero.

Meglio un sindaco giovane o uno di esperienza?

In questo momento c'è bisogno di persone giovani. Ma una buona soluzione può essere un sindaco anziano con tanti giovani intorno. O anche un sindaco giovane che però non disdegni di avere persone di esperienza al suo fianco. In generale, non c'è una regola. Io ho cominciato a fare il sindaco a 42 anni, con me avevo gente di 35 ma anche di 60 anni. Come ho detto conta la squadra, non il sindaco. Non è solo un problema di vittoria elettorale, bisogna saper poi gestire una città. 

Il PD sta discutendo sul nome del candidato sindaco. Meglio Capasso, Vesco o Ballesio?

Sono tre ottime persone, a cui se ne possono aggiungere altre, anche perché posso esprimere pareri solo su quelli che ho conosciuto per aver lavorato con me. Vanno tutti bene e tutti male allo stesso tempo, dipende molto dalla loro capacità di saper catalizzare intorno a sé un gruppo di persone coeso e capace di gestire la città. 

Ruggero Vesco sindaco affiancato da Luca Capasso e un gruppo di giovani sarebbe un buon modo per impostare i prossimi 5 anni. Dopo un mandato sarebbe la volta di Capasso sindaco, affiancato da quello che era il suo gruppo e da nuovi giovani. Se invece non si mettono d'accordo, e si dovesse andare fuori da questa scelta, Alessandro Risso e Paolo Ballesio sarebbero persone affidabili e validissime. Se dovessi dire un nome di donna farei, ma non posso farlo perché è mia parente, quello di Carla Costa, presidente del Troglia.

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