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CIRIÈ. No al libro su Mussolini, D'Agostino: "Questa è censura"

CIRIÈ. No al libro su Mussolini, D'Agostino: "Questa è censura"
Basta il titolo. Basta al sindaco Francesco Brizio per "condannare" il libro. Basta al consigliere di minoranza Davide D'Agostino per alzare le barricate. E basta allo scrittore del libro incriminato, Alberto Alpozzi, per polemizzare: "la democrazia esiste in alcuni giorni e in altri no? Vale solo per una parte, mentre per l'altra no?". La vicenda de "Il faro di Mussolini" - è questo il titolo del libro - sta incendiando l'opinione pubblica di Ciriè ormai da diversi giorni. Il sottotitolo chiarisce il contenuto: "L’Opera coloniale più controversa e il sogno dell’Impero nella Somalia Italiana. 1889-1941".   Il faro è quello dedicato a Francesco Crispi, ha la forma del fascio littorio, risale all'epoca fascista e si trova nel promontorio di Capo Guardafui, nel Corno d'Africa. Il libro di Alpozzi, fotoreporter torinese di 36 anni, doveva essere presentato dallo scrittore stesso nella sala d'Armi della città dei D'Oria il 24 aprile. Promotrice dell'iniziativa l'associazione Paracadutisti del Canavese, in collaborazione con il consigliere di Fratelli d'Italia D'Agostino. Martedì sera il consigliere, sfruttando l'occasione della seduta del parlamentino ciriacese, distribuisce ai colleghi il volantino dell'evento. Fin qui tutto nella norma.   La storia cambia mercoledì mattina. Il sindaco Brizio revoca la concessione della sala per la presentazione del libro. Adduce due motivazioni principali. La prima: "preservare l'ordine pubblico". La seconda: "è inopportuna la presentazione di questo libro nei giorni di festeggiamento della Liberazione". E come mai? Il titolo del libro. Anzi, il nome di Mussolini nel titolo. La controversa questione ha diviso il paese. Da un lato i cittadini d'accordo con il sindaco: non è assolutamente opportuno presentare un libro che parla di Mussolini in concomitanza con il 25 Aprile. Dall'altro i contestatari della decisione: è una censura bella e buona, il libro non è dedicato a Mussolini, è un resoconto storico, la scelta del titolo è questione di marketing. Sala d'Armi revocata , l'autore del libro e D'Agostino hanno deciso - non senza una vena di polemica - di presentare comunque il libro. L'evento si è svolto di fronte al Municipio venerdì sera - con tanto di schieramento delle forze dell'ordine - e ha visto un coinvolgimento di circa 60 persone.     L'opinione del Sindaco: "Ecco perché la revoca" "Mi pare strumentale scegliere proprio i giorni intorno al 25 aprile per la presentazione di un libro con questo titolo - spiega Brizio - Tra l'altro si sarebbe svolto in concomitanza con un evento organizzato per l'anniversario della, era una scelta oltremodo incomprensibile". "D'Agostino ha chiesto di poter utilizzare la sala del Comune per presentare un libro sull'esperienza coloniale fascista, che racconta di un faro costruito in Africa rappresentante il fascio littorio - continua - Ho ritenuto di non concedere l'utilizzo della sala in concomitanza col 25 aprile perché mi è sembrato inopportuno e per motivi di ordine pubblico". Il sindaco propone di "presentare il libro in un altro periodo, non nei giorni dell'anniversario della Liberazione, tanto più in una sala comunale". "Si rischiava di generare una reazione di alcuni cittadini, ho anche informato il prefetto di questa decisione - prosegue Brizio - Io ho chiesto a D'Agostino di spostare la data dell'evento, non ha accettato, allora ho dovuto fare la mia valutazione, e ho scelto di tutelare l'ordine pubblico a fronte di situazioni che possono generare contrasto, scontri e attriti".     L'autore Alberto Alpozzi: "Il sindaco è fazioso, superficiale e ignorante" "È stata una revoca dettata da una questione ideologica e, in seconda battuta, da superficialità - polemizza Alpozzi - Se il sindaco non aveva la voglia di leggere tutto il libro poteva aprire almeno l'aletta, avrebbe capito che si tratta di una semplice ricerca storica, e questo incidente non si sarebbe creato". Sulla motivazione "ordine pubblico", l'autore ha precisato: "Alla presentazione fuori dal Municipio non un'anima viva ha avuto rimostranze da fare". "Il libro non parla di Mussolini, il sindaco è superficiale, fazioso e ignorante, nel senso che ignora - prosegue Alpozzi - Il problema è che, seppure ignorando, può avere voce in capitolo su un tema del genere". "Se anche il libro trattasse di Mussolini, come pensa il sindaco, e venisse censurato per questo - punta il dito - Allora vorrebbe dire dire che nei giorni intorno all'anniversario della Liberazione c'è la negazione libertà di parola: ma il 25 aprile è giorno di dittatura?". Brizio "ha esercitato potere in maniera ben poco libertaria, indipendentemente dalla questione politica - continua l'autore - Mi viene da pensare che nella testa del sindaco la Sinistra abbia, nel suo modo di fare, un diritto di prelazione sui giorni dell'anno, e che possa decidere argomenti e tematiche che uno può o non può trattare". Il fotoreporter comunica di aver chiesto a Brizio in persona un incontro per "chiarire la questione, facendogli conoscere il libro con una lettura insieme in privato, per fargli capire il punto di vista prettamente storico, ma mi ha risposto di no - prosegue - Gli ho chiesto il perché, mi ha risposto "per il buon senso", senza neanche argomentare la sua idea. Ma quale buon senso?". La democrazia "esiste in alcuni giorni e in altri no? Vale solo da una parte, mentre dall'altra no?" "Se scrivo un libro con il titolo sbagliato e ne parlo il giorno sbagliato - polemizza Alpozzi - Il libro viene bruciato, come al tempo dei nazisti? Questa, per un rappresentante di una città, mi sembra una censura eccessiva". "La storia - conclude - va studiata. Dopo, ognuno con la propria idea fa le sue riflessioni, ma non a priori come ha fatto il sindaco. Se avessi presentato "Il faro dei partigiani" al sindaco sarebbe andato bene?"     D'Agostino: "Il sindaco ha preso una cantonata" "Quella del sindaco Brizio è una palese censura, con un profilo di abuso di potere - punta il dito D'Agostino - stiamo valutando la possibilità di un esposto in Procura". Secondo il consigliere il primo cittadino "ha voluto scatenare una polemica inutile, perché iniziata senza nemmeno conoscere il vero contenuto del libro ma solo sulla base del suo titolo, con un atteggiamento sciocco e inaccettabile - attacca D'Agostino - Non è mai stata stata nostra intenzione mancare di rispetto a nessuno, tanto più alla vigilia della ricorrenza del settantesimo anniversario del XXV Aprile. Con un atteggiamento diverso da parte del Sindaco avremmo potuto provare a concordare una data alternativa ma davanti a chi pensa di poter utilizzare il proprio incarico pubblico come una clava per mettere a tacere chi ha idee diverse dalle sue potevamo solamente rimanere con la schiena dritta". Secondo il consigliere di minoranza, "il sindaco ha preso una cantonata". "Anche i tanto temuti problemi di ordine pubblico - prosegue - usati dal Sindaco Brizio per giustificare la revoca della sala comunale, si sono poi rivelati del tutto infondati". A dimostrazione "che i Cittadini di Ciriè, indipendentemente dalle loro idee politiche, hanno una maturità civile e democratica di gran lunga superiore a quella della classe dirigente che al momento li governa, in Comune come in Parlamento".     Buratto: "Condivido la decisione del Sindaco" Anche il consigliere di minoranza Aldo Buratto prende posizione sulla querelle, schierandosi però con Brizio. "La presentazione - spiega - poteva essere fatta in modo diverso, non vicino alla ricorrenza del 25 aprile". "La mia cultura e la condivisione dei valori della resistenza, la mia lunga storia di socio ANPI con conferimento nella sezione di Ciriè della presidenza onoraria, di cui vado orgoglioso, non possono che farmi condividere la decisione del sindaco - prosegue - La ricorrenza del settantesimo anniversario della fine della guerra di Liberazione da cui è nata la nostra Costituzione repubblicana merita il massimo rispetto nel ricordo delle migliaia di partigiani caduti o fucilati, delle vittime delle stragi naziste e dei deportati o internati nei campi di sterminio e di lavoro coatto in Germania".  

manuel.giacometto@gmail.com

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